L’ex ministro dell’Integrazione chiede di far sbarcare i migranti della Sea Wacth: “L’Europa ha bisogno di 50 milioni di immigrati”
Il ritornello di Cecile Kyenge è sempre quello: “Non si possono chiudere le frontiere”.
I migranti vanno accolti, c’è posto per tutti. Anche per i 38 fratelli e sorelle dell’ex ministro dell’Integrazione nel governo Letta.
Intervistata a La Zanzara su Radio 24, l’eurodeputata del Pd ha commentato quanto sta succedendo a Siracusa. La Sea Watch è ancora ferma la largo con 47 migranti a bordo. La polemica politica impazza. Salvini tiene il punto (“non sbarca nessuno, a meno che non verranno trasferiti”), il governo chiede all’Olanda di farsene carico (e lei risponde picche) e la sinistra fa staffette democratiche o sfilate buoniste in favore delle Ong.
“Secondo me tutta l’Italia vuole lo sbarco di queste persone – dice sicura la Kyenge – Dovrebbero sbarcare subito, toccare terra, ricevere le cure necessarie, e poi discutere per vedere come redistribuire le persone”. Ma per ora il ministero dell’Interno non sembra intenzionato a farlo. “Salvini – insiste la piddina – prende decisioni disumane sulla pelle delle persone. Si guardi allo specchio la mattina, e si giudichi secondo la sua coscienza. Le persone non possono esser lasciate così”.
La Kyenge è sicura che sia Di Maio che il collega vicepremier stiano “infrangendo la legge e Costituzione”. Perché “prima di tutto bisogna salvare vite umane” e non si “chiudono le frontiere”.
Quando poi i conduttori le chiedono quanti fratelli ha in Congo, lei non si scompone: “Veramente i miei fratelli e le mie sorelle sono un po’ sparsi per il mondo. Ma che c’entrano con la nave? Ne ho 38. Non è una cosa strana. Lo dico chiaramente senza vergognarmi. Se la mia famiglia è questa, lo devo dire. Quelli di mia madre sono nove. Poi mio padre ha fatto figli con altre donne”. Per Kyenge non ci sarebbe nessun problema se volessero venire tutti in Italia: “E perché no? Con 38 posti l’Italia va in tilt?”. Anche perché, insiste la piddina, “nei prossimi 30-40 anni l’Europa avrà bisogno di almeno 50 milioni di immigrati, minimo. Alcuni territori devono essere rigenerati. Quei territori devono vivere, l’economia deve andare avanti. Bisogna saper guardare oggi al domani. Quindi dico 50 milioni… minimo”.