Italia, giornalista bloccato dalla polizia, buttato a terra e ammanettato

Cosenza è scossa da un episodio di violenza che coinvolge Gabriele Carchidi, giornalista e direttore del portale d’informazione locale Iacchitè, noto per le sue inchieste incisive e spesso critiche nei confronti delle autorità. Sabato pomeriggio, mentre si trovava in strada per una passeggiata, Carchidi è stato fermato e brutalmente aggredito da una pattuglia della polizia. L’episodio, catturato in un video che sta circolando sul web, ha suscitato indignazione e preoccupazione in città.

Carchidi, riconosciuto per il suo ruolo di voce storica dello stadio e per le sue inchieste sulle anomalie in questura, si trovava lungo via degli Stadi, un percorso che percorre quotidianamente per raggiungere la redazione. Improvvisamente, una pattuglia della polizia gli ha intimato di fermarsi per un controllo. La richiesta di documenti, inizialmente sembrata innocua, è rapidamente degenerata in un’aggressione ingiustificata.

“Uno di loro aveva il ginocchio vicino alla mia schiena, in quel momento mi sono venute in mente le immagini di George Floyd e di altri morti durante fermi di polizia e ho avuto davvero paura,” ha raccontato Carchidi. L’intensità della violenza ha portato il giornalista a perdere una scarpa mentre veniva strattonato e buttato a terra. Nonostante fosse ben visibile che si trattava di un giornalista noto, la situazione è rapidamente sfuggita di mano, con l’arrivo di rinforzi che ha trasformato il controllo in un’operazione di forza.

Le motivazioni dietro questo brutale fermo sollevano interrogativi inquietanti. Negli ultimi mesi, il portale Iacchitè ha messo in luce diverse inchieste scomode per la polizia di Cosenza, denunciando episodi di cocaina scomparsa dopo sequestri, denaro confiscato ai parcheggiatori abusivi che è sparito nel nulla e furti all’interno degli uffici della polizia. Carchidi ha evidenziato che questo potrebbe essere un tentativo di intimidazione da parte delle forze dell’ordine, un modo per silenziare una voce critica in un contesto di crescente preoccupazione per la trasparenza e la responsabilità.

Dopo l’aggressione, Carchidi è stato portato in questura, dove è stato identificato e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. “Mi sembrava tutto surreale: due volanti che attraversano la città a tutta velocità e a sirene spiegate per portare me in questura,” ha commentato il giornalista. Un agente, rivelando un’evidente conoscenza della sua identità, gli ha anche detto: “Tu sei un diffamatore.”

Nonostante l’evidente abuso di forza, Carchidi ha deciso di non arrendersi. “Non posso non pensare che sia un tentativo di intimidazione, ma non ci riusciranno,” ha dichiarato, promettendo di presentare denuncia per quanto accaduto. Il video dell’aggressione rimane a testimoniare l’accaduto e potrebbe rivelarsi fondamentale per la sua difesa.

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