Inps e pensioni, buco di 2 miliardi di euro. Rinviato l’adeguamento degli assegni, rischi nei pagamenti di Cigs, Tfs e Naspi

 

Il consiglio di vigilanza dell’Inps segnala che con il Covid il rosso dei conti è salito di due miliardi in più in questi mesi di emergenza, anche se l’ente spiega non ci sono rischi di tenuta del sistema pensionistico. Teoria perfettamente spiegata sul quotidiano La Stampa, dall’ex presidente dell’Inps Tito Boeri: “Se il debito pubblico è sostenibile lo è sicuramente anche il bilancio dell’Inps”. Su questo concorda Giuliano Cazzola, ex presidente del collegio dei sindaci dell’Inps non nasconde la preoccupazione per il debito che galoppa al 160% e per l’approccio privo di visione del governo: “Fino adesso le risorse aggiuntive sono servite per tirare a campare, per ristorare i redditi e i fatturati. Siamo prigionieri della logica del primum vivere. Fino a quando potremo farcela?”.

Nessuna preoccupazione immediata, scrive il Giornale, di tenuta del sistema, ma qualche preoccupazione in prospettiva non può essere accantonata. Il governo infatti ha rinviato la ripresa della rivalutazione delle pensioni al 2023, inoltre si vanno accumulando ritardi nel pagamento di numerose prestazioni da parte dell’Inps, come il rallentamento nell’erogazione del Tfs, il trattamento di fine rapporto dei dipendenti pubblici. Ma anche il ritardo nel pagamento della proroga di due mesi della Naspi . A settembre e ottobre si sono segnalati ritardi anche nelle ricariche delle card del reddito di cittadinanza e ritardi anche nel pagamento della cassa integrazione Covid.

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