INFLUENZA, PREGLIASCO ANNUNCIA LA BRUTTA NOTIZIA PER LE PROSSIME SETTIMANE

 

Purtroppo il numero dei contagi da Covid continua a salire ed è per questo che la situazione viene attentamente monitorata. In Italia, la scorsa settimana, vi è stato un aumento del 44% dei nuovi casi. La paura è quella di una nuova ondata, proprio ora che gli istituti scolastici hanno riaperto e che ci troviamo in un periodo dell’anno critico per i virus stagionali.

La nuovissima circolare diramata dal Ministero della Salute, in cui viene affrontato l’argomento Covid, prevedere  l’attivazione e il mantenimento di un percorso più ampio di sorveglianza epidemiologica,  ricercando altri virus, come quelli dell’influenza A e B, il virus respiratorio sinciziale, i virus parainfluenzali, i rinovirus, gli adenovirus e gli enterovirus. Cosa ci aspetta per le prossime settimane? Lungi dal voler creare inutili allarmismi, in un’intervista rilasciata da Fabrizio Pregliasco alla stampa, possiamo avere una precisa idea di quello che gli esperti prospettano.

Il virologo, sottolineando che gli studiosi prevedevano già una situazione simile, ha spiegato che il virus è endemico, continuando a restare tra noi con un andamento a onde. In maniera molto semplice, Pregliasco ha dichiarato: ” È come se, di volta in volta, il virus venisse creato da una cuoca che non segue sempre, in modo svizzero e attento, la ricetta. Così, alcune volte si generano piccole variazioni che non determinano cambiamenti significativi, altre volte invece queste variazioni sono evolutivamente convenienti per il virus. Le ultime varianti, quelle che hanno l’Omicron come capostipite, sono sì più contagiose delle precedenti ma anche più benevole”.

Nel nostro Paese, attualmente, è maggiormente diffusa la variante Eris che è impossibile da riconoscere a livello sintomatologico ed è questo che preoccupa, difatti l’esperto ha detto: “È impossibile riconoscerla, presto si sovrapporrà all’influenza e agli altri 262 virus respiratori che causano sintomi simili da un punto di vista clinico. È impossibile distinguerli, l’unico modo è fare il tampone”. Chi ritiene il Covid ormai come un’influenza, si sbaglia alla grande, dice Pregliasco.“No, il paragone è sbagliato. Il Covid è un pò più ‘cattivo’ del virus dell’influenza, ma più ‘buono’ rispetto alle varianti precedenti. Il virus è più buono perché deve diffondersi in una popolazione che ha una “immunità ibrida”, cioè una risposta immunitaria generata dalla combinazione degli effetti dell’infezione virale e della successiva vaccinazione contro il virus. Tutti noi abbiamo avuto qualche contatto col virus, o perché ci siamo vaccinati, o perché ci siamo ammalati o riammalati. Questo discorso però cambia nel caso dell’anziano, del fragile o dell’immunodepresso: questi soggetti ci possono ancora rimettere la vita. Nel giovane, al contrario, è ormai rarissimo vedere situazioni gravi”. 

Ma veniamo alla domanda fatidica: cosa c’è da aspettarsi per le prossime settimane? Questa la risposta di Pregliasco: “Ci aspettiamo una salita dei contagi, ora siamo ancora in una fase iniziale. Tuttavia, confidiamo che non ci sarà la stessa proporzionalità nel numero di ricoveri e decessi”.