Imane Khelif, il padre della pugile rompe il silenzio
Imane Khelif, il padre della pugile rompe il silenzio – Non si assopisce la clamorosa bufera mediatica che si è abbattuta su Imane Khelif, la pugile algerina che giovedì ha trionfato sull’azzurra Angela Carini, che ha deciso di abbandonare il ring alle Olimpiadi di Parigi, dopo aver preso un colpo dolorosa al naso. Nelle ultime ore per la prima volta ha rotto il silenzio il padre di Khelif. Parole quelle del genitore che non sono passate inosservate. (continua a leggere dopo le foto)
Imane Khelif, il padre della pugile rompe il silenzio
Omar Khelif, padre della pugile algerina Imane Khelif, si è sentito di difendere la figlia dopo la controversia sulle regole di idoneità di genere alle Olimpiadi. «Mia figlia è una ragazza, l’ho cresciuta per essere laboriosa e coraggiosa», ha affermato il genitore, che si augura che la sua Imane vinca l’oro e alzi la bandiera nazionale a Parigi. (continua a leggere dopo le foto)
Imane Khelif, il padre della pugile interviene dopo il match con l’azzurra Carini
“Se Dio vuole, ci onorerà con la medaglia d’oro e alzerà la bandiera nazionale a Parigi. Questo è il nostro unico obiettivo”, ha affermato Omar Khelif, che poco prima a proposito del match con Carini ha detto: “Imane ha una forte volontà ad allenarsi. L’avversaria italiana che ha affrontato non era in grado di sconfiggere mia figlia. Perché mia figlia era più forte di lei e lei era più debole”. L’uomo ha rimarcato: “Imane è un esempio di femminilità algerina. È una delle eroine dell’Algerina”.
A proposito della sua infanzia, in una delle poche interviste, Imane Khelif ha raccontato che per guadagnare qualche soldo raccoglieva e rivendeva oggetti di metallo. Non solo, la giovane aiutava anche la madre a vendere cous cous. «Sono nata nelle campagne di Tiaret, un villaggio dell’Atlante. Ho cominciato a boxare lì, poi mi sono spostata in altre città algerine e all’estero. Vengo da una regione e da una famiglia fortemente conservatrici: praticare uno sport considerato maschile come la boxe era ritenuto quasi blasfemo. L’inizio è stato difficilissimo: contro il volere di tutti dovevo andare e tornare a piedi da casa alla palestra lontana 10 chilometri», ha confidato la Khelif. (continua a leggere dopo le foto)
Le polemiche dopo la squalifica ai Mondiali di Nuova Delhi
Anni di sacrifici, poi il debutto ai Mondiali 2018 dove si è piazzata 17esima. Nel 2021 la Khelif ha partecipato alla sua prima Olimpiade. Ai Giochi di Tokyo 2021 lei ha preso parte alla categoria 60kg senza centrare il podio. L’anno seguente è stata premiata come migliore atleta algerina. Ai mondiali del marzo 2023 di Nuova Delhi, la Khleif è stata squalificata dalla competizione, organizzata dalla International Boxing Association. Secondo l’Iba, ente sportivo non riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, i test condotti sulla pugile avrebbero evidenziato “un livello eccessivo di testosterone e la presenza di cromosomi maschili nel Dna”. Da allora la Khelif è finita sotto i riflettori per la sua identità di genere.