Il 90% dei polli Lidl sono affetti da da ‘white striping’: cosa significa
In Italia ci sono delle catene di supermercati molto famose. Ogni giorno ognuno di noi si reca in una catena della Grande distruzione Organizzata per fare la spesa. Ormai il cosiddetto supermercato di vicinato sembra essere scomparso.
Anche nei paesi più piccoli troviamo supermercati che fanno parte di grandi catene di distribuzione italiane o estere. Questo sicuramente rappresenta una perdita per tutte quelle attività di piccole dimensioni e di prossimità che ad oggi faticano moltissimo specie dopo l’apertura di grandi centri commerciali.
In questo periodo la gente però pare voglia tornare alle vecche abitudini, andando a comprare la merce a KM 0 e con il minimo impatto ambientale. Per questo anche per fare la spesa ma anche per comprare vestiario a volte scegliamo il negozio sotto casa o il piccolo commerciante della nostra città.
Si tratta sicuramente di una scelta quanto mai salutare anche per aiutare economicamente queste piccole attività che soffrono la grande distribuzione organizzata. Come si sa a volte nel nostro Paese scattano delle allerte alimentari su alcuni prodotti in particolare.
Questo avviene perchè ogni prodotto immesso in commercio come si sa viene sottoposto a rigidi controlli per la sicurezza alimentare, questo in modo da offrire al consumatore prodotti sempre di qualità e non pericolosi per la salute umana.
Si tratta di notizie che colpiscono molto i consumatori i quali come si sa devono stare bene attenti a quello che consumano.
Secondo quanto si apprende in queste ore dalla stampa nazionale i polli della Lidl quindi venduti all’interno dei supermercati di questa catena di distribuzione sarebbero affetti da white striping.
Si tratta di una patologia facilmente riconoscibile anche ad occhio nudo. Il Fatto Quotidiano ha portato avanti una inchiesta giornalistica molto interessanti analizzando i polli venduti nei supermercati Lidl in tutta Italia, da Bari a Torino, verificando la presenza della patologia sui polli.
La patologia si presenta con delle striature bianche che corrono in maniera parallela alle fibre muscolari della carne. Questo vuol dire che il pollo in questione è stato sottoposto a pressioni fisiche e nutrito con materiale assolutamente non biologico.
La spiegazione più accreditata per lo sviluppo di questa patologia è che il grasso evidente sulla carne abbia preso il posto delle fibre muscolari che sono decedute per la mancanza di ossigeno e di nutrienti. Questa carne sarebbe quindi di scarso valore nutrizionale. Le confezione esaminate dal quotidiano riportano tutti in etichetta che il pollo proveniene da “filiera controllata”.
La patologia cambia la sostanza della carne sia nei fattori nutrizionali che in quelli della consistenza della stessa carne e comporta una riduzione di proteine a scapito dei grassi. Questo farebbe di questo pollo una scelta nutrizionale sconsigliata e non salutare.
Sul web esiste una petizione dal nome European Chicken Commitment che invita le grandi aziende produttirci come Lidl a ridurre le pressioni sugli animali in questione come hanno già fatto altre grandi catene di distrubuzione come Carrefour Italia e Eataly.