Ictus: Ecco i più frequenti campanelli d’allarme da non sottovalutare assolutamente
L’ ictus è una delle principali cause di morte nel mondo per cui è importante saper riconoscere i primi sintomi più frequenti in modo da prevenirsi in tempo
Riconoscere in tempo l’inizio di un ictus è fondamentale per intervenire tempestivamente. Intervenendo nelle 3-6 ore successive alla comparsa dei primi sintomi si possono limitare di molto i danni. Molti sanno che anche se in genere si riesce a superare una crisi da ictus, la possibilità di avere in seguito una serie di problemi è molto elevata.
E’ consigliabile quindi non aspettare sdraiati che i sintomi spariscano, ne aspettare il medico di famiglia che potrebbe arrivare dopo diverse ore, la soluzione migliore è andare immediatamente al pronto soccorso, o ancora più specificamente in una struttura ospedaliera dotata di uno Stroke Unit, una unità di emergenza specifica per il trattamento degli ictus. Questo perchè la sola arma che si ha per cercare di uscirne indenni, oltre alla prevenzione conducendo un certo tipo di stile di vita, è la rapidità di intervento.
I sintomi maggiori che indicono l’inizio di un ictus sono:
- Notare all’ improvviso una certa difficoltà nel parlare e nel capire ciò che gli altri dicono è il sintomo più frequente dell’ inizio imminente di un ictus;
- La perdita di sensibilità improvvisa ed inspiegabile di qualche arto superiore o inferiore con conseguente formicolio;
- Inspiegabile ed improvviso dolore alla testa;
- Alterazione improvvisa della vista;
- Improvvisi giramenti di testa o senso di vertigini.
Tali sintomi sono validi sia in caso di Ictus ischemico (il più frequente in assoluto che colpisce in genere i soggetti maschili over 70), sia in caso di Ictus emorragico (che colpisce i soggetti più giovani), quindi non esiste un’ ètà che permette di sottovalutarli. Chiunque, di qualsiasi età e sesso dovrebbe prestare molta attenzione a questi sintomi, specie se compaiono in modo improvviso.
Molti sottovalutano questi sintomi per il semplice fatto che essi in genere spariscono nel giro di 24 ore, e quindi non li associano ad un ictus in arrivo. Ma in molti casi la realtà è ben diversa in quanto si tratta di Transient Ischemic Attack (TIA), ossia di un attacco ischemico transitorio che prepara la strada a quello finale. Un soggetto che ha avuto un episodio di TIA è decisamente un soggetto a rischio, molto più degli altri, anche di 10 volte.