“I tremori arrivano soltanto dopo”. Morbo di Parkinson, i sintomi (preventivi) a cui bisogna fare molta attenzione

Morbo di Parkinson: quei sintomi a cui bisogna stare attenti. Purtroppo il Parkinson è un male che si conosce molto bene, o quantomeno se ne è spesso sentito parlare. In realtà però, non tutti sanno che in Italia, in questo momento, si stima ci siano circa 400mila persone affette da questa sindrome. Com’è noto, in genere i primi sintomi avvengono intorno ai 60 anni, tuttavia, un 5% dei pazienti può presentare un esordio giovanile sotto i 40 anni.

C’è da dire che in questi casi la genetica non è di certo un’alleata: il 30% dei pazienti infatti, si stima abbia almeno un familiare malato di Parkinson o sindromi correlate. In questi giorni se ne parla perché il 26 novembre si celebra la giornata nazionale del Parkinson. Come molti sanno, si tratta di una malattia neurodegenerativa causata dal progressivo spegnimento di alcune cellule del cervello che producono dopamina. La dopamina, per chi non lo sapesse, è un neurotrasmettitore che controlla i movimenti automatici del corpo.

Morbo di Parkinson: quei sintomi a cui bisogna stare attenti

Morbo di Parkinson: quei sintomi a cui bisogna stare attenti

La causa del Parkinson è ancora in fase di studio, ma è chiaro che una forte esposizione a idrocarburi, pesticidi, erbicidi, solventi o l’assunzione in modo indiscriminato di farmaci antipsicotici tipici o antinausea, può favorire l’arrivo della sindrome. “I sintomi precoci non motori possono manifestarsi fino a dieci anni prima della diagnosi della malattia.

Morbo di Parkinson: quei sintomi a cui bisogna stare attenti

Quando compaiono i sintomi caratteristici del Parkinson come i tremori o la rigidità, la metà dei neuroni che producono dopamina sono già morti” dichiara Gianni Pezzoli, neurologo, presidente dell’Associazione Italiana Parkinsoniani e della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson.

Morbo di Parkinson: quei sintomi a cui bisogna stare attenti

 

“Si tende a dividere la malattia di Parkinson – dice ancora Pezzoli – come malattia alta che ha un’aggressione craniale, magari dal naso dagli occhi, dalla gola o come malattia distale, che ha un’aggressione dall’intestino. La malattia che nasce dal cranio porta a una riduzione dell’olfatto, quella che incomincia dall’intestino porta maggiormente a una stipsi e a una riduzione della pressione del sangue quando il paziente è in piedi e a un aumento della pressione del sangue quando il paziente è sdraiato”.