“Hanno detto no”. Funerali papa Francesco, un rifiuto che fa molto male dal cuore d’Europa

Piazza San Pietro si appresta a trasformarsi nel cuore pulsante del mondo, sabato 26 aprile, per i funerali di Papa Francesco. Un evento che trascende la dimensione religiosa, elevandosi a momento di profonda diplomazia internazionale, un crocevia di leader, sovrani e rappresentanti religiosi chiamati a rendere omaggio al pontefice argentino. L’eco di questo appuntamento risuona forte, ricordando l’addio a Giovanni Paolo II nel 2005, quando il Vaticano si fece scenario di una riunione senza precedenti di potenze mondiali, nonostante le tensioni della guerra in Iraq.

Oggi, in un mondo segnato dal conflitto russo-ucraino e dall’escalation in Medio Oriente, San Pietro si prepara ad accogliere nuovamente una platea di figure chiave, con l’obiettivo di onorare la memoria di Papa Francesco e di dare un segnale di unità e speranza.

Nonostante alcune assenze significative, come quelle di Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu, la partecipazione è garantita da una folta rappresentanza di capi di Stato, figure religiose e famiglie reali. Il cardinale Kevin Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, avrà il delicato compito di gestire la disposizione dei posti a sedere, consapevole che ogni gesto protocollare potrà essere interpretato come un segnale diplomatico. Tra gli ospiti d’onore, spicca la presenza di Donald Trump e della First Lady Melania, mentre dalla Danimarca è giunta la conferma della regina Mary, che rappresenterà il regno in assenza del sovrano, impegnato in Groenlandia.

Il corteo di personalità reali vedrà la partecipazione di re Felipe VI di Spagna e della regina Letizia, che nella lettera di omaggio al cardinale Giovanni Battista Re, ha celebrato “la testimonianza di amore per il prossimo, la fratellanza e l’amicizia” di Papa Francesco. Da Monaco giungeranno il principe Alberto II e la principessa Charlène, mentre il Marocco sarà rappresentato dal principe Moulay Hassan. Di particolare rilievo sarà la presenza della regina Rania di Giordania, vicina al pontefice nei momenti più drammatici del conflitto israelo-palestinese, testimone dell’ascolto che Francesco ha riservato alle vittime di Gaza.

Tuttavia, tra le conferme, spicca anche un’assenza che desta particolare attenzione: quella della famiglia reale dei Paesi Bassi. Re Guglielmo Alessandro, la regina Maxima e la principessa Catharina Amalia, che solo pochi mesi fa hanno partecipato alla commemorazione della liberazione di Auschwitz-Birkenau, non saranno presenti. Un’assenza che assume un peso maggiore, considerando le origini argentine della regina Maxima, terra natale di Papa Francesco.

La spiegazione, tuttavia, risiede in una coincidenza di calendario: il 26 aprile coincide con il compleanno del re, festività nazionale nei Paesi Bassi, celebrata con eventi solenni e il tradizionale discorso del sovrano. Nonostante i tentativi di trovare un compromesso per permettere alla casa reale olandese di partecipare alle esequie, sarà il primo ministro Dick Schoof, affiancato dal ministro degli Esteri Caspar Veldkamp, a rappresentare l’Olanda in Vaticano. Un gesto di rispetto verso il pontefice è stato riservato anche alle celebrazioni olandesi, che inizieranno a mezzogiorno, con il discorso del re posticipato di due ore. Un omaggio, nel suo piccolo, a Papa Francesco e alla sua eredità.

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