Guerra Ucraina, Zelensky sente al telefono Draghi: chiesto nuovo intervento dall’Italia
Tra il presidente dell’Ucraina Zelensky e il premier Mario Draghi c’è stato un nuovo contatto telefonico. Diversi i punti che sarebbero emersi da questo confronto a cominciare dalla necessità di affrontare il grave blocco del corridoi umanitari. Non solo: i bombardamenti continuano a imperversare nel Paese e non vengono risparmiate nemmeno le scuole.
Alla luce di ciò Italia e Unione Europea sono chiamate ad intensificare il loro impegno.
Continued dialogue with 🇮🇹 PM Mario Draghi. Discussed the course of countering 🇷🇺 aggression. Thanked for the important defense and humanitarian support. 🇺🇦 people will remember this. We appreciate 🇮🇹’s willingness to join the creation of a system of security guarantees for 🇺🇦.
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) March 28, 2022
Ucraina, Zelensky sente al telefono Draghi: la nota su Twitter
Il capo di Stato ucraino, attraverso una nota pubblicata sul profilo Twitter istituzionale, ha poi fornito una serie di aggiornamenti sul dialogo avvenuto in queste ultime ora tra Italia e Ucraina: “Abbiamo discusso sul come contrastare le aggressioni.
Abbiamo ringraziato per l’importante difesa e il supporto umanitario. Le persone lo ricorderanno. Abbiamo apprezzato la volontà dell’Italia di unirsi alla creazione di un sistema di garanzie di sicurezza per l’Ucraina”.
La vicepresidente dell’Ucraina: “Possibili provocazioni degli occupanti sulle rotte dei corridoi umanitari”
Nel frattempo la vicepresidente dell’Ucraina Iryna Vereshchuk, con un post su Facebook ha reso noto come le rotte dei corridoi umanitari siano a rischio: “La nostra intelligence ha riferito di possibili provocazioni degli occupanti sulle rotte dei corridoi umanitari.
Quindi, per la sicurezza dei cittadini, oggi non apriamo corridoi umanitari”. Stando a quanto viene reso noto da Fanpage il portavoce della Croce Rossa Internazionale Matt Morris, in merito alle criciticità legate al blocco dei corridoi umanitari, ha sottolineato l’importanza che le parti trovino un accordo al fine di agevolare il passaggio agli aiuti umanitari.