Giulia Cecchettin, Cruciani insiste: “Sono un uomo ma non mi scuso”
Dopo la violenta polemica a distanza con Elena Cecchettin, Giuseppe Cruciani torna sulla vicenda dell’omicidio della sorella Giulia da parte del suo ex Filippo Turetta. Il conduttore de La Zanzara non arretra di un millimetro dalle sue posizioni. Intervistato da Hoara Borselli su Libero, ribadisce le sue critiche a Elena e anche il fatto di non sentirsi affatto colpevole per quanto accaduto a Giulia.
Cruciani non cambia idea su Giulia Cecchettin e attacca Elena
“Io non mi sento colpevole. – premette dunque Giuseppe Cruciani parlando della morte di Giulia Cecchettin. – È incredibilmente iniziato il processo al maschio omicida, stupratore, violento. Che racchiude tutti i mali della società. È una gigantesca bufala e un’offesa alla vittima. Perché in questo modo si sposta l’attenzione dall’unico colpevole, che è Filippo Turetta. La si sposta verso un genere reo di non essere stato rieducato. Una specie di depotenziamento della responsabilità del singolo, figlio della “cultura patriarcale. Ma quale? Finiamola di dire caz****”, sbotta il giornalista.
Secondo Cruciani il fenomeno culturale del patriarcato “esiste, ma in quei Paesi islamici, africani, dove l’uomo esercita nei confronti della donna una superiorità evidente e i cui gesti e le violenze vengono giustificati dalla religione. Ma non è il caso di Paesi occidentali come il nostro. La donna è iper protetta. Io avrei scritto ‘Giulia ti chiedo scusa se questo signore uscirà dal carcere dopo 20 anni’. Perché noi dobbiamo assicurare agli assassini un carcere a vita, senza permessi premio o uscite perché grassi o fumatori dopo aver ammazzato con 35 coltellate una ragazza”.
“Ho trovato assurde le parole di Elena Cecchettin sulla ‘violenza di Stato’. – affonda ancora il colpo Cruciani – Nel rispetto della tragedia le reputo parole senza senso, che derivano da un mondo immaginario che non esiste. Non ho insultato lei. La sua polemica con Salvini per un post l’ho trovata una cosa senza alcun senso logico. Alla sua frase che tutti gli uomini devono sentirsi colpevoli per la tragedia della sorella, ho risposto così: Io non mi sento colpevole”, conclude.