Fazio inguaiato: scoppia lo scandalo, cosa rischia ora

Il mondo dell’alimentare e dello spettacolo si trovano al centro di un caso che sta scuotendo l’opinione pubblica e le istituzioni italiane. Fabio Fazio, noto conduttore televisivo e recentemente anche imprenditore nel settore dolciario con il marchio Lavoratti, si trova implicato in una controversia legata a presunte irregolarità nelle etichette dei prodotti e alla promozione commerciale delle tavolette di cioccolato.

Accuse di frode e irregolarità nelle etichette

Secondo il Codacons, principale associazione a tutela dei consumatori, Fazio avrebbe promosso e sponsorizzato il cioccolato Lavoratti utilizzando indebitamente certificazioni come DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta), riservate solo a prodotti effettivamente certificati e di qualità riconosciuta. Le analisi condotte dai controlli eseguiti dai Carabinieri del NAS hanno riscontrato discrepanze tra quanto riportato in etichetta e gli ingredienti effettivamente utilizzati dall’azienda.

Tra le accuse principali, la sostituzione di prodotti certificati come il pistacchio DOP di Bronte con varianti non certificate, e di nocciole IGP di Giffoni con altre provenienti dal Piemonte prive di certificazioni. Le confezioni indicavano ingredienti prestigiosi, ma le analisi hanno dimostrato un utilizzo di componenti di provenienza generica, ingannando i consumatori che si aspettavano prodotti di alta qualità e certificati.

Sanzioni e interventi legali

L’indagine, avviata dai Carabinieri del NAS, ha portato al sequestro di quasi 12.000 confezioni di cioccolato e praline, del valore di oltre 18.000 euro, nonché alla distruzione di circa 5.400 etichette. Le aziende coinvolte sono state multate per un totale di circa 100.000 euro, di cui una parte è stata ridotta grazie al pagamento tempestivo delle sanzioni, in conformità con la normativa vigente.

Oltre alle sanzioni amministrative, si configura anche un’ipotesi di reato penale, relativa alla frode in commercio prevista dall’articolo 515 del Codice Penale, che prevede pene fino a due anni di reclusione o multe fino a 2.065 euro. Per questo motivo, le autorità potrebbero aprire un procedimento penale ai danni dell’azienda.

Cambiamenti nella governance e reazioni ufficiali

Dopo le indagini e le conseguenze mediatiche, Fabio Fazio ha deciso di dimettersi da ogni carica legata all’azienda Lavoratti, lasciando il ruolo di presidente. Al suo posto, è subentrata Alessia Parodi, moglie di Davide Petrini, già socio e ex amministratore delegato. Anche altri membri della società hanno presentato le dimissioni, mentre le autorità hanno ordinato il macero di migliaia di etichette e la distruzione dei lotti sequestrati.

Chiamata all’azione del Codacons

L’associazione dei consumatori ha comunicato di voler intraprendere azioni legali collettive per ottenere risarcimenti ai clienti che, acquistando i prodotti etichettati come DOP o IGP, sono stati ingannati circa la provenienza e la qualità degli ingredienti. Il Codacons denuncia un grave danno al diritto dei consumatori alla trasparenza e alla corretta informazione.

Controversie sulla promozione e conflitto di interessi

Un punto critico riguarda anche il ruolo di Fazio nel promuovere pubblicamente i prodotti dell’azienda, senza dichiarare formalmente eventuali interessi commerciali, alimentando sospetti di pubblicità occulta e conflitto di interessi. La tutela delle norme sulla trasparenza pubblicitaria in Italia resta al centro del dibattito.

Un’azienda storica in crisi

Lavoratti, fondato a Varazze nel 1938 e simbolo della tradizione dolciaria ligure, era stata rilevata nel 2022 da Fazio in un’ottica di rilancio artigianale, motivata da passione e legame con il territorio. Tuttavia, l’attuale vicenda rischia di compromettere la reputazione del marchio, trasformando quella che doveva essere una storia di tradizione e qualità in un caso nazionale di irregolarità e inganno.

Cauto silenzio e speranze di trasparenza

Al momento, né Fazio né l’azienda hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali, lasciando aperta la discussione sulla loro posizione. Il Codacons auspica che le autorità facciano piena luce sulle incongruenze rilevate, con l’obiettivo di tutelare i consumatori e ristabilire la fiducia nel settore alimentare.

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