“Faremo esposto”, i genitori di Yara Gambirasio contro la docuserie Netflix: cosa succede
Yara Gambirasio, i genitori contro la docuserie Netflix: cosa succede. Non è finito il calvario dei genitori della 13enne di Brembate uccisa a novembre del 2010. Maura Panarese e Fulvio Gambirasio si trovano ora ad affrontare la diffusione di materiale audio risalente a quei giorni dolorosi in una serie televisiva. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo. (Continua a leggere dopo la foto…)
“Faremo esposto”, i genitori di Yara su tutte le furie
Messaggi dei genitori emersi dalla segreteria telefonica della figlia e audio con i loro pianti registrati quando i loro telefoni erano sotto osservazione. È questo il materiale diventato contenuto di una docuserie televisiva firmata Netflix sul quale la famiglia di Yara vuole prendere azione. Secondo quanto anticipa il settimanale «Giallo», infatti, i legali della famiglia Gambirasio sarebbero indignati per la presunta violazione di privacy e presto potrebbero provvedere a fare un esposto. (Continua a leggere dopo la foto…)
La serie Netflix sul caso di Brembate
La serie “Il caso Yara, oltre ogni ragionevole dubbio” racconta la tragica vicenda del rapimento e omicidio di Yara Gambirasio. Il caso che ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana diventando uno dei più seguiti nel Paese.
La serie esplora il caso sia dal punto di vista investigativo che umano, mostrando il dolore della famiglia Gambirasio e l’enorme sforzo delle forze dell’ordine per risolvere il crimine. In particolare, la docuserie si concentra sull’importanza delle prove scientifiche, come l’uso del DNA, che ha portato all’arresto e alla condanna di Massimo Giuseppe Bossetti. Nel 2014 accusato e condannato per l’omicidio della giovane Yara.
Attraverso interviste, ricostruzioni e materiali d’archivio, la docuserie offre uno sguardo sull’intera vicenda. Approfondisce i lunghi anni di indagini, gli interrogatori, i sospetti e la svolta scientifica che ha permesso di risolvere il caso, mostrando anche le controversie e le sfide affrontate nel processo giudiziario.
La sera del 26 novembre 2010, quando la ragazza di 13 anni scomparve, la madre Maura Panarese le lasciò un messaggio preoccupato in segreteria telefonica. «Amore, sono la mamma, dove sei?».
Nei giorni successivi, il telefono della famiglia Gambirasio fu messo sotto controllo, ma non emersero informazioni rilevanti a parte i pianti e il dolore. Questi audio sono stati trasmessi nella docuserie Netflix “Il caso Yara, oltre ogni ragionevole dubbio” e ora i genitori non ci stanno. Le intercettazioni infatti, non facevano parte degli atti dell’inchiesta. Secondo i legali della famiglia, erano irrilevanti per la ricostruzione giudiziaria del caso, tanto che non furono mai incluse nei processi. Lo riporta il “Corriere della Sera”.
Gli avvocati dei Gambirasio, Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo, hanno dichiarato al settimanale Giallo, edito da Cairo: «Siamo indignati. Faremo un esposto al garante della Privacy: c’è stata un’incursione nella vita di questi genitori senza che ci fosse una reale necessità e senza chiedere alcuna autorizzazione».