“Era l’unico modo per salvarle la vita”. Mangia pesce crudo, Laura perde gambe e braccia
Mangia pesce crudo, amputate gambe e braccia a una mamma 40enne. I medici hanno provato in tutti i modi ad evitare l’intervento ma si sono dovuti arrendere davanti alla forza dell’infezione, resistente a qualsiasi tipo di trattamento. Riportano i media locali come da mesi Laura fosse ricoverata in ospedale. Racconta un’amica: “È stato davvero pesante per tutti noi. È terribile. Sarebbe potuto succedere a chiunque di noi. Ha quasi perso la vita. Era attaccata a un respiratore”.
I primi sintomi subito dopo la cena al ristorante lo scorso luglio: “Le sue dita erano nere, i suoi piedi erano neri, il suo labbro inferiore era nero. Aveva una sepsi completa e i suoi reni stavano collassando”. Una situazione disperata con all’orizzonte nessuna possibilità di miglioramento.
Mangia pesce crudo, amputate gambe e braccia a una 40enne
Solo una: amputare braccia e gambe per fermare l’infezione. Così Laura Barajas, che si era ammalata alla fine di luglio dopo aver mangiato del pesce crudo che aveva acquistato in un mercato locale a San Jose e preparato da sola a casa, è stata sottoposta giovedì scorso ad un intervento chirurgico demolitivo. Sempre a quanto si apprende Laura sarebbe stata infetta dal Vibrio Vulnificus.
Un batterio potenzialmente fatale presente nei frutti di mare crudi e nell’acqua di mare. Il Vibrio vulnificus è un batterio in grado di infettare naturalmente molluschi e pesci ma in grado di provocare gravissime infezioni, potenzialmente letali, se viene ingerito. Gli esperti spiegano che è in grado di penetrare nell’organismo umano anche tramite le ferite se ci si espone all’acqua di mare contaminata.
Il soprannome di “batterio mangia-carne” deriva dal fatto che le sue infezioni più importanti possono causare una necrosi dei tessuti.“Due – spiega la dottoressa Natasha Spottiswoode, esperta di malattie infettive dell’UCSF – sono i modi con cui puoi essere infettato da questo batterio: puoi mangiare qualcosa di contaminato o avere un taglio o tatuaggio esposto all’acqua in cui il batterio è presente”.