EMANUELE FILIBERTO ROMPE IL SILENZIO SULL’EREDITÀ DEL PADRE

Lo scorso sabato 3 febbraio 2024 ci lasciava Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II e di Maria José ed erede al trono d’Italia dal 1983. Classe 1937, avrebbe compiuto 87 anni tra pochi giorni, ma stando alle ultime indiscrezioni pare fosse malato da tempo, tanto che gli ultimi anni li avrebbe passati sulla sedia a rotelle a causa di due protesi al femore.

Ad annunciare la scomparsa di Vittorio Emanuele, una nota ufficiale della Real Casa di Savoia“Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”.

Rientrato in Italia dall’esilio solo nel 2003, quando fu cancellata la XIII disposizione che vietava il rientro dei discendenti maschi in Italia, Vittorio Emanuele era spostato con Maria Doria ed era il padre di Emanuele Filiberto, noto al grande pubblico italiano per le numerose apparizioni televisive.

Il defunto membro di casa Savoia è ricordato suo malgrado soprattutto per alcune vicende processuali che lo videro imputato con accuse molto gravi. Tra queste spicca la vicenda del decesso del 19enne tedesco Dirk Hamer, che nel lontano 1978 perse la vita per un colpo di pistola che si riteneva fosse partito proprio da Vittorio Emanuele; dopo un lungo ed estenuante iter processuale fu prosciolto dall’accusa di omicidio volontario.

Sono ore di grande cordoglio per Emanuele Filiberto di Savoia, unico figlio ed erede di Vittorio Emanuele. E’ stato lo stesso noto personaggio a rompere il silenzio sull’eredità del padre. Le sue parole stanno facendo il giro del web. Che cosa ha detto? Scopriamo tutti i dettagli 

Sin dalle ore immediatamente successive all’annuncio della dipartita di Vittorio Emanuele, ha iniziato a tenere banco la questione dell’eredità e dell’enorme patrimonio del defunto principe di Napoli. Nonostante l’esilio durato oltre 50 anni, l’illustre membro di casa Savoia ha disposto di un patrimonio da capogiro.

Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, Emanuele Filiberto ha parlato con il cuore in mano degli ultimi giorni di vita del padre, che è spirato via circondato dall’affetto dei suoi cari.

 “Eravamo tutti in montagna nel la nostra casa di Gstaad -ricorda Emanuele Filiberto- e poi una brutta infezione alla gamba di papà ha richiesto l’ospedalizzazione dove gli antibiotici hanno avuto effetto sull’infezione ma hanno indebolito il suo fisico, il suo cuore e gli organi vitali di un uomo di 87 anni. Giovedì sembrava già arrivata la fine, poi un’inattesa ripresa. Abbiamo avuto la benedizione di due giorni ancora con lui che anzi in quei giorni regalati dal cielo sembrava essersi ripreso. Generoso, simpatico con gli amici in visita, come sempre era lui. Ed eravamo con lui quando sabato mattina se n’è andato“.

Venendo poi al tema dell’enorme eredità lasciata dal padre, Emanuele Filiberto ha voluto fare riferimento unicamente a quella relativa alle responsabilità ereditate dal suo importante titolo: “Questa è la prima responsabilità ed eredità che mi lascia: di guidare i nostri Ordini che hanno decine di delegazioni in Italia, 17 delegazioni estere e sono attivi con progetti umanitari in tutto il mondo. Mi sento il nuovo capofamiglia prima di tutto, e alla guida di un Casato che quando nonno Umberto II morì era ridotto a 30 cavalieri dei nostri ordini dinastici, poi papà è riuscito a portare i cavalieri a oltre tremila, e a ridare vigore all’attività degli Ordini dinastici”.

In merito al patrimonio del defunto non si hanno moltissime informazioni. Tuttavia è possibile farsi un’idea dando un’occhiata ad una ricerca della testata svizzera Squissinfo.ch, che ha quantificato il patrimonio di Vittorio Emanuele intorno a 1,5 milioni di euro, con un reddito annuale di 300mila euro. A questo vanno senz’altro aggiunte le numerose proprietà immobiliari: oltre alla residenza ufficiale a Ginevra, disponeva di abitazioni a Roma, in Corsica, a Gstaad, in Portogallo e non solo.