“È stato lui”: il fratello Sergio rompe il silenzio sul caso Resinovich

La morte di Liliana Resinovich continua a gettare un’ombra inquietante su una comunità già scossa, e il marito Sebastiano Visintin respinge con fermezza ogni accusa che lo coinvolgerebbe nel tragico evento. Durante un’intervista a Quarto Grado, Visintin ha dichiarato: “Non temo nulla” e ha ribadito la propria innocenza, nonostante gli inquirenti abbiano ormai classificato il caso come omicidio.

La vicenda coinvolge tre figure chiave: Sebastiano Visintin, marito della vittima; Claudio Sterpin, amante di Liliana; e Sergio Resinovich, fratello della donna. Entrambi gli uomini hanno puntato il dito contro Visintin, accusandolo di essere il principale responsabile della morte di Liliana. Sterpin e Sergio hanno espresso forti dubbi sulle sue dichiarazioni, creando un clima di tensione e sospetto.

Visintin ha risposto alle accuse di Sergio, che lo ha definito l’assassino della sorella, affermando: “Non mi piace essere accusato ingiustamente. Se ha delle prove, vada in Procura a denunciarlo ufficialmente anziché limitarsi a diffamarmi pubblicamente”. La tensione tra i due è palpabile e i toni si fanno incandescenti, con Sergio che si è espresso in termini duri: “Un assassino è ancora libero” e ha indicato un movente economico e passionale per il presunto delitto.

Le indagini si concentrano ora sugli alibi dei sospettati, con particolare attenzione agli spostamenti di Visintin la mattina del 14 dicembre, data della scomparsa di Liliana. Il suo alibi, che lo colloca in un laboratorio di coltelli, presenta delle anomalie: un buco temporale tra le 9:12 e le 12:13 nei dati telefonici e un consumo di energia elettrica particolarmente basso nel laboratorio, suggerendo l’assenza di persone in quel lasso di tempo. La dottoressa Marano, consulente della famiglia Resinovich, ha messo in dubbio la solidità dell’alibi di Visintin, sottolineando che le prove raccolte potrebbero minare la sua versione dei fatti.

Visintin ha controbattuto, spiegando che il suo telefono non riceveva segnale all’interno del laboratorio e che il calo di consumo elettrico non è sufficiente a dimostrare la sua colpevolezza. Tuttavia, la mancanza di traffico dati nel suo cellulare il giorno della scomparsa di Liliana rimane un punto critico per gli investigatori.

Con il caso ancora aperto e senza risposte definitive, il mistero della morte di Liliana Resinovich continua a sollevare domande inquietanti. Cosa è realmente accaduto quella mattina? Qual è il movente dietro questa tragedia? E chi ha realmente tolto la vita a Liliana?

La comunità attende con ansia sviluppi che possano finalmente portare alla verità e alla giustizia per Liliana Resinovich, una donna la cui vita è stata spezzata in circostanze drammatiche e ancora avvolte nel mistero. Le indagini proseguono, mentre la tensione cresce e le versioni dei protagonisti si intrecciano in una rete di accuse e sospetti.