Dopo Open Arms, Mare Jonio: l’assalto delle toghe a Salvini
Il tribunale di Palermo ha ufficialmente trasmesso il fascicolo relativo all’inchiesta che riguarda Matteo Salvini al tribunale dei ministri del capoluogo siciliano, l’unico competente a procedere.
La vicenda in questione riguarda il cosiddetto caso “Open Arms”, dal nome della nave dell’omonima ong spagnola rimasta ad agosto per diversi giorni a largo dell’isola di Lampedusa. Il fatto è quindi avvenuto nel pieno della crisi che ha portato alla caduta del governo Conte I, al cui interno Matteo Salvini aveva il ruolo di vice premier e ministro dell’interno.
Proprio in qualità di titolare del Viminale, Salvini ha imposto il divieto di ingresso alla nave dell’ong spagnola in acque territoriali italiane. Il tutto nel quadro della contrapposizione tra l’allora ministro dell’interno e le organizzazioni non governative operanti nel Mediterraneo.
Il 20 agosto poi, giorno delle dimissioni di Giuseppe Conte, il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio tramite un elicottero è andato a bordo della Open Arms. Secondo il magistrato, le condizioni all’interno della nave era proibitive, per questo ha disposto il sequestro del mezzo ed il suo approdo a Lampedusa, lì dove poi i migranti a bordo sono sbarcati.
Per quella vicenda, un fascicolo era dunque stato aperto contro ignoti. Poi, due settimane fa, sempre dal tribunale di Agrigento è arrivata la notizia dell’inchiesta aperta su Matteo Salvini. Per il leader della Lega, le accuse formulate sono quelle di omissione di atti di ufficio e sequestro di persona. Dopo aver aperto ufficialmente l’inchiesta, il fascicolo è quindi passato dal tribunale di Agrigento a quello di Palermo.
Trattandosi di un’inchiesta nei confronti di un ministro all’epoca in carica, l’unico tribunale competente è quello dei ministri. Il procuratore di Palermo quindi, come previsto dalla norma, ha passato, alla scadenza del termine di 15 giorni, il fascicolo nelle mani del collegio del tribunale dei ministri.
Soltanto quest’organo giudiziario può condurre le indagini in questione. Non si conosce comunque, come sottolineato dall’Agi, il contenuto trasmesso in queste ore presso il tribunale dei ministri. Si sa soltanto che, a partire da oggi, il collegio in questione avrà 90 giorni di tempo per decidere se far continuare il procedimento oppure disporre l’archiviazione.
Nel primo caso, il tribunale dei ministri dovrà motivare la decisione al procuratore della Repubblica il quale a sua volta dovrà rimettere il fascicolo nelle mani del presidente della Camera. Un procedimento già visto in occasione del caso Diciotti, la nave che nell’agosto 2018 è rimasta a lungo attraccata al porto di Catania senza poter far scendere i migranti. Anche in quell’occasione è stata la procura di Agrigento ad avviare il procedimento contro Salvini, poi la Camera ha però votato per l’immunità per lo stesso leader leghista.
Il collegio del tribunale dei ministri di Palermo è formato da tre membri: si tratta del presidente Caterina Grego e delle componenti Lucia Fontana e Maria Cirrincione.
Ma proprio oggi, contro l’ex ministro dell’interno è stato aperto un altro fascicolo riguardante questa volta il caso Mare Jonio, dal nome della nave dell’ong Mediterranea Saving Humans più volte nei mesi scorsi giunta ai ferri corti con Salvini. In particolare, la procura della Repubblica di Roma ha chiesto al competente collegio per i reati ministeriali di procedere ad accertamenti ed indagini dopo le querele giunte dalla società proprietaria della Mare Jonio. Per Salvini i reati in questo caso riguarderebbero calunnia e diffamazione.
A commentare le notizie arrivate sul suo conto oggi è stato lo stesso leader della Lega: “Ma in alcuni Tribunali non hanno problemi più importanti di cui occuparsi? – si è chiesto Salvini – Quando tornerò al governo, rifarò esattamente quello che ho fatto: i confini sono sacri, punto”.