“Dio mio, fuggite”. Terrore nella spiaggia italiana: all’improvviso l’arrivo degli insetti, bagnanti tempestati di punture

L’invasione dei fastidiosi insetti. Non bastavano le zanzare a rendere le giornate estive un continuo ricorrere a spray, zampironi e rimedi naturali. Poco tempo fa presero d’assalto alcune zone di Roma, ma eravamo agli inizi dell’autunno. Adesso, invece, i primi avvistamenti sono stati registrati in riviera Adriatica.

Sono stati numerose le persone che, sdraiate su lettino o sugli asciugamani in spiaggia, sono state aggredite dalle formiche volanti e si sono ritrovati con decine di punture. In questo caso parliamo del genere ’ponerina’, un tipo di formica che si muove in gruppi di un centinaio di esemplari, decisamente più ristretti rispetto alle colonie di quelle ‘tradizionali’ che arrivano al milione.

Formiche volanti, l’esperto: “Niente panico, ma attenzione alta”

“È un fenomeno inconsueto ma che in passato si era già verificato – afferma l’entomologo Claudio Venturelli sul Resto del Carlino – Nello specifico nell’area cesenate una situazione analoga si era registrata nel 2016, creando gli stessi problemi che si stanno sommando in queste ore e che giungono a noi tramite le testimonianze dirette dei malcapitati che si sono imbattuti nelle formiche”.

“Per evitare allarmismi serve fare una distinzione – spiega Venturelli – in questi giorni nei parchi e nei giardini spesso capita di imbattersi in nugoli di formiche alate, che però non rientrano nel caso in questione: si tratta infatti quasi certamente dei maschi delle ‘normali’ formiche, che durante il rituale dell’accoppiamento utilizzano le ali dedicandosi a una sorta di danza volante per attirare l’attenzione della futura regina. Una volta avvenuta la fecondazione, i maschi tornano a terra, perdono le ali e poco dopo muoiono. In questo caso le persone non corrono nessun rischio, perché queste formiche non pungono”.

Il genere ‘ponerina’, invece, adotta comportamenti molto più aggressivi: “Il caso classico è quello di un gruppo di insetti che spinto dal vento si posa su un telo da mare sul quale poi si stende un bagnate incurante del rischio: le formiche, sentendosi ‘prigioniere’, iniziano a usare il loro pungiglione a ripetizione per ricavarsi spazio, iniettando dosi del loro particolare veleno anche in serie da 15 o 20 punture ravvicinate, ognuna delle quali genera un fastidioso pomfo che può restare per oltre una settimana. Non ci sono particolari rischi per la salute, ma resta il forte disagio, che spesso richiede un passaggio dal medico o in farmacia per curare l’infiammazione con creme lenitive o cortisoniche“.

Il miglior rimedio è quello di fare attenzione a dove ci si appoggia per evitare di venire in contatto con questi sgraditi ospiti: “Queste formiche – conclude Venturelli – sono una sorta di ‘cugine’ delle vespe e dunque seguono lo stesso tipo di approccio quando si sentono minacciate”.