“Cosa ho visto là sotto”. Naufragio Bayesian, il racconto da brividi di uno dei soccorritori

Naufragio Bayesian, a Il Messaggero parla l’ispettore del nucleo dei sommozzatori dei vigili del fuoco Vincenzo Nardelli. Impegnato nei soccorsi e nel recupero dei corpi delle vittime. Nello specchio di mare dove è affondata la Bayesian è sceso quattro volte. “Con una permanenza sul fondo di circa 20 minuti. Nello specifico l’altro collega ispettore e io, abbiamo fatto una decompressione con una miscela iperossigenata e per questo siamo potuti restare più a lungo in immersione”.

“È stato difficile dovere ragionare in un luogo che non era in asse con il nostro modo di vedere le cose perché era piegato di 90 gradi. Questo ha fatto sì che tutto venisse ricalibrato, ricalcolato dal mio cervello. Quella che era una porta era un passaggio, quello che era il pavimento era diventata una parete”.

Naufragio Bayesan, parla uno dei sommozzatori impegnati nei soccorsi

“Per questo abbiamo dovuto fare un’analisi attenta di ciò che andavamo a fare e dove. Avevamo una mappa fornitaci dalla polizia e dalla guardia costiera”. Entrare nella Bayesian non è stato facile. “È molto importante non perdere l’orientamento quando sei dentro al relitto, al buio. E avere sempre chiaro dov’è l’uscita. Usiamo una sagola, una corda sottilissima di pochi millimetri che si fissa in determinati punti, una sorta di corridoio virtuale. È il cosiddetto filo di Arianna degli speleo subacquei”.

Gli spazi dentro la Bayesian erano stretti: “E spesso non avevamo la visibilità necessaria, era buio. Il primo rischio è quello che le dicevo prima: sulla nostra verticale non potevamo riemergere. Il secondo è che c’era materiale che fluttuava dentro il sito: gli arredi, i materassi, gli oggetti di ogni tipo, era uno yacht con una vita a bordo che all’improvviso si è interrotta”.

Poi racconta cosa ha visto: “Mi porterò dietro per sempre le immagini degli oggetti sparsi dentro l’imbarcazione. Frammenti della vita a bordo. Ma soprattutto il fatto che all’improvviso si è interrotta la loro quotidianità”.