Corteo per Ramy degenera in guerriglia: assalti ai commissariati e alle caserme
Il corteo in memoria di Ramy Elgaml, il giovane marocchino deceduto a Milano il 24 novembre, ha scatenato violenti scontri a Torino. La manifestazione, partita da Porta Palazzo, ha visto la partecipazione di circa tremila persone, tra cui centri sociali, collettivi studenteschi, antagonisti e molti giovani nordafricani. Gli episodi di maggiore tensione si sono registrati nei pressi del commissariato Dora Vanchiglia delle Porte Palatine e in piazza Carlina, presso la Caserma Bergia dei carabinieri.
Durante il corteo, contro il commissariato sono stati lanciati uova, bottiglie, bombe-carta e persino uno skateboard, mentre i manifestanti imbrattavano i muri con spray. Per disperdere i violenti, le forze dell’ordine hanno eseguito una carica di alleggerimento. Successivamente, il corteo ha attraversato via Roma, piazza Castello e via Po, approdando in piazza Carlina. Qui, contro la Caserma Bergia, sono stati scagliati diversi oggetti, trasformando la piazza in uno scenario di guerriglia urbana. Petardi e bombe-carta hanno avvolto l’area in una fitta coltre di fumo, rendendo l’aria irrespirabile. I carabinieri, in assetto antisommossa, hanno risposto con l’uso di lacrimogeni.
Le istituzioni hanno condannato fermamente gli episodi di violenza. Il sindaco Stefano Lo Russo ha dichiarato: «Quanto accaduto è intollerabile: la violenza è da condannare, sempre, e non ha nulla a che vedere con il diritto di manifestare pacificamente. Confidiamo che venga fatta chiarezza sulla terribile morte del giovane Ramy. Piena solidarietà e vicinanza vanno al personale delle forze dell’ordine coinvolte negli scontri». Anche la vicepresidente regionale Elena Chiorino è intervenuta: «Chi assalta un commissariato o attacca un carabiniere è un criminale. Non ci sono altri termini per definire chiunque si renda protagonista di violenza nei confronti degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine».