Corruzione: 44 indagati tra Rai, Mediaset e La7. Ecco lo SPAZZACORROTTI!
Quarantaquattro tra funzionari e dirigenti di Rai, società del gruppo Mediaset, La7 e Infront (la società che fra l’altro gestisce i diritti tv della Serie A di calcio) sono indagati a Roma nell’ambito di un’inchiesta sull’affidamento di lavori e servizi in cambio di utilità come soldi e assunzioni. Ma nella lista figurano anche funzionari della Presidenza del consiglio, tra i quali Roberto Gasparotti, lo storico videoperatore di Silvio Berlusconi, inventore del celebre “effetto calza” nella videocassetta distribuita per la discesa in campo del 1994. La Guardia di Finanza ha eseguito 60 perquisizioni principalmente a Roma, Milano e Napoli.
Secondo quanto accertato dal nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, su delega del pm Paolo Ielo, alcune società dell’imprenditore David Biancifiori, specializzate in fornitura di scenografie, gruppi elettrogeni e attrezzature per spettacoli ed eventi, avrebbero ottenuto l’affidamento di lavori e servizi versando ai committenti denaro o altre utilità come vacanze, biglietti aerei e assunzioni. I fondi per questa attività sarebbero stati realizzati attraverso sovrafatturazioni dei lavori eseguiti. I funzionari e i dirigenti Rai, in quanto pubblici ufficiali, sono indagati per concorso in corruzione, mentre quelli delle società Mediaset, La7 e Infront per appropriazione indebita.
Questa mattina la Finanza ha acquisito documenti anche presso la presidenza del consiglio dei ministri, con cui Biancifiori ha avuto rapporti di lavoro, in particolare con il Dipartimento risorse strumentali. Nel 2008 riuscì ad assicurarsi una commessa del valore di 8 milioni di euro per l’allestimento di alcuni eventi. Per l’imprenditore il magistrato ha ipotizzato i reati di concorso in corruzione e appropriazione indebita, false fatturazioni e turbativa d’asta. I funzionari di Palazzo Chigi indagati per corruzione sono Roberto Gasparotti, che fu curatore dell’immagine di Silvio Berlusconiquando era premier, e Giovanni Mastropietro, direttore della fotografia. L’ipotesi dell’accusa è che possano aver preso soldi da Biancifiori.
Biancifiori, detto Scarface, attivo nel settore degli eventi, è stato intervistato qualche mese fa alle Ienesu Italia Uno, dopo che un suo dipendente, nella stessa trasmissione, aveva denunciato proprio meccanismi corruttivi alla presidenza del Consiglio. L’imprenditore ha smentito qualunque malversazione con palazzo Chigi. L’intervista è stata trasmessa il 9 aprile, poche ore dopo che Biancifiori era stato arrestato su mandato della Procura di Velletriinsieme al sindaco di Marino (Roma), Fabio Silvagni, per una presunta corruzione legata all’apertura di un fast food. Ora si trova agli arresti domiciliari.
Proprio dagli sviluppi di quell’inchiesta sono emersi spunti, passati per competenza della magistratura romana, sui lavori e i servizi affidati da Rai, Mediaset, La7 e Infront a società di Biancifiori. Così il procuratore di Velletri Francesco Prete ha disposto lo stralcio degli atti ed il loro invio a piazzale Clodio.
“Con riferimento alle indagini in corso, la Rai garantisce la massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria”, si legge intanto in una nota dell’emittente pubblica. “L’area interessata dalle indagini è stata peraltro oggetto di verifiche interne che hanno comportato interventi organizzativi e disciplinari“.
Anche La7 ha diffuso una nota: “Le indagini in corso da parte della Procura di Roma ipotizzano fatti di appropriazione indebita ai danni di alcune società ed emittenti televisive, tra le quali LA7 s.r.l. LA7 ha fornito alla Guardia di Finanza la documentazione richiesta e si riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale per chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti”.
Proprio da Viale Mazzini sarebbe partita, circa un anno fa, una segnalazione all’autorità giudiziaria. Dopo aver notato delle irregolarità in alcuni appalti (anche in seguito alla maggiore attenzione richiesta per la spending review), la Rai avrebbe avviato un audit interno che avrebbe messo in luce fatti piuttosto gravi che vedevano coinvolti alcuni dipendenti (anche dirigenti, ma nessuno di prima fascia, ovvero nessun direttore) in rapporto ad appalti che sarebbe affidati proprio a società dell’imprenditore Biancifiori.