Clamoroso fallimento di Lamorgese in Europa sui clandestini: “Nessuna intesa sul paese di primo approdo”
Non si fermano le traversate dei migranti nel Mediterraneo, nonostante la morte per naufragio giovedì di quasi cento persone, tra cui il piccolo Joseph di appena 6 mesi, le cui immagini del corpo e della madre straziata dal dolore hanno fatto il giro del mondo.
Eppure nemmeno all’Europa sono state sufficienti quelle immagini: la riforma del diritto d’asilo continua a slittare penalizzando ancora una volta l’Italia e tutti gli altri Paesi di primo approdo che vogliono invece evitare di avere migranti a lungo in hotspot in attesa degli screening di sicurezza.
A frenare le modifiche del trattato di Dublino è stato Emmanuel Macron. Il presidente francese, nella riunione dei ministri dell’Interno dei vari paesi europei, ha cercato di imporre la sua agenda.
Come spiega La Stampa l’attentato a Nizza ha fatto sì che la Commissione mettesse in primo piano una “nuova strategia per Schengen” (già annunciato per maggio ndr) e in secondo quello che avrebbe desiderato Luciana Lamorgese.
“Al momento rileviamo uno sbilanciamento tra la responsabilità per gli Stati di primo ingresso e la solidarietà degli altri”, ha subito attaccato la titolare del Viminale, mentre il suo omologo tedesco Horst Seehofer l’ha subito scavalcata ribadendo la necessità di avere “una protezione delle frontiere esterne sufficientemente efficace per garantire la sicurezza” ed allontanare il pericolo di attentati terroristici.
Sono 31.214 i migranti sbarcati in Italia dall’1 gennaio, rispetto ai 9.944 dell’anno scorso e ai 22.518 del 2019; quasi 4mila dei quali minori non accompagnati e 4011 solo a novembre, secondo i dati del Viminale, con un picco di 923 arrivi il 3 novembre.
Gli sbarchi hanno iniziato ad aumentare a luglio, che ha registrato il dato più alto di quest’anno: 7.067. Il 40% arriva dalla Tunisia, stando alla nazionalità dichiarata.
Paese verso cui sono però aumentati i rimpatri: dagli usuali due voli charter settimanali, si è passati ai tre della settimana scorsa e ai quattro della presente, per un totale di 33 voli dal 16 luglio e circa 1300 cittadini tunisini riportati a casa.
Mediamente 80 a settimana, secondo il Garante dei detenuti.All’Europa non sono bastate le terribili immagini del naufragio avvenuto al largo della costa libica di Sabratha e che ha visto la morte di un bambino di 6 mesi e di altre cinque persone.
Come porre un freno ai flussi è stato anche uno dei temi al centro del consiglio Ue per gli Affari interni, tenutosi in videoconferenza con la partecipazione della commissaria europea Ylva Johansson.
“Le proposte messe in campo per un nuovo Patto europeo per l’asilo e l’immigrazione – ha rimarcato la ministra Luciana Lamorgese – devono poter marciare in parallelo, mantenendo una visione di insieme della riforma.
Apprezziamo l’impegno profuso dalla presidenza tedesca e assicuriamo un atteggiamento costruttivo nel prosieguo del negoziato per raggiungere un accordo su tutto il pacchetto di proposte. Al momento rileviamo uno sbilanciamento tra responsabilità prevista per gli Stati di primo ingresso e la solidarietà da parte di tutti gli stati membri”.