Chef Rubio massacrato sotto casa: lo hanno aspettato e poi l’orrore. E lui attacca: “Erano loro”
“Mi hanno massacrato”. Il famoso chef italiano pestato sotto casa. È lui stesso a raccontare cosa è successo: “Mi hanno aspettato fuori casa in 6 e hanno tagliato i fili del cancello per massacrarmi”. A raccontare questa terribile vicenda e a postare un video del suo volto insanguinato e gonfio per le percosse, è il famoso Chef Rubio, ex protagonista e conduttore di Unti e bisunti, il format culinario in onda nel 2013 su D-Max.
Ma cosa è successo e sopratutto perché? Da anni l’uomo è molto attivo politicamente e da sempre si schiera dalla parte del popolo palestinese. Dopo i fatti recenti accaduti nella Striscia di Gaza però, l’attivista ha condannato con molta più enfasi l’operato israeliano, accusato da mezzo mondo di crimini di guerra e di “pulizia etnica” verso il popolo palestinese. Secondo lo chef, ad averlo pestato, sono stati “Terroristi. Questi sono gli ebrei sio**”.
“Mi hanno massacrato”. Il famoso chef italiano pestato sotto casa
Non ha dubbi Rubio, all’anagrafe Gabriele Rubini. Nel video, girato a caldo dopo l’aggressione, dice ancora: “Mi hanno massacrato di botte, hanno bloccato il cancello elettrico. Terroristi. Questi sono gli ebrei sion**. Mi hanno aspettato fuori casa in 6 e hanno tagliato i fili del cancello per massacrarmi”.
Poco dopo posta anche l’interno di quella che presumibilmente è la sua auto, completamente devastata coi cristalli al suo interno. “Vergogna tutti. Il sion** è mafia e i giornalisti sono i primi responsabili, dice poi in posto successivo. Ferma e diretta la solidarietà per l’uomo: in tanti hanno voluto mandare messaggi di sostegno a Chef Rubio.
Tra i tanti, uno che ha condiviso anche l’uomo è il post degli studenti pro-Pal della Sapienza, che scrivono: “La nostra massima solidarietà a Chef Rubio preso di mira e aggredito poco fa da una squadraccia sion**. Il terrorismo sionista agisce impunemente da decenni con la connivenza di tutte le istituzioni di questo paese che, governo dopo governo, ha continuato dandogli sostegno militare, ideologico e politico”.