Caso Sinner-Pellegrini, la campionessa si difende dagli attacchi social: ma la gaffe è dietro l’angolo
Il dibattito infuocato tra Federica Pellegrini e il mondo social prosegue senza attenuarsi, in seguito a una serie di dichiarazioni sulla vicenda di Jannik Sinner, coinvolto recentemente in un caso di presunta squalifica per doping poi rientrata. Le affermazioni della celebre nuotatrice olimpica hanno sollevato una valanga di critiche, con centinaia di utenti sui social che hanno richiesto chiarimenti e, in alcuni casi, scuse pubbliche.
Di fronte a un’ondata di polemiche, Pellegrini ha scelto di non retrocedere, rispondendo a tono e affrontando direttamente le critiche. La situazione si è intensificata quando un utente ha contestato un errore linguistico in una delle sue risposte, sostenendo che l’uso della locuzione “ad ok”, al posto del corretto “ad hoc”, non fosse appropriato. L’ironia del web non si è fatta attendere e la risposta di Pellegrini non si è lasciata intimidire: “E se io non lo volevo dire in latino?!” ha ribattuto, mostrando una certa resilienza di fronte alle critiche.
Nel mezzo di questa accesa polemica, l’ex campionessa ha chiarito la sua posizione, affermando: “Non credo di aver sbagliato, forse solo di essere stata troppo generica”. Ha aggiunto che l’intervista da cui tutto è nato trattava anche altri argomenti, invitando a non concentrarsi esclusivamente sulla questione doping. Di fronte a chi le chiedeva un maggior rispetto per “l’uomo dietro l’atleta”, Pellegrini ha risposto in maniera incisiva: “Che ho detto contro la persona?!”.
Sulla tematica del doping, la Pellegrini ha avuto modo di specificare: “Mai parlato di somministrazione, né detto che Sinner si è dopato volontariamente. Fidati, se lo pensassi lo direi”. Ha poi evidenziato la propria percezione della situazione, riconoscendo “la sua non responsabilità in prima persona” e sottolineando che “il protocollo qualcosa ha toppato, altrimenti la Wada non si sarebbe messa in mezzo”. Le sue parole, pronunciate nel corso di un’intervista, avevano tentato di portare una riflessione sulla differenza di trattamento riservata a Sinner rispetto ad altri sportivi coinvolti in simili controversie: “Giusto difendere Jannik, ma è stato trattato in modo diverso rispetto ad altri. È giusto, perché il doping si combatte anche così”.
Pellegrini ha inoltre attestato che la popolarità di Sinner ha avuto un ruolo significativo nella narrazione del caso. “È molto amato e viene difeso sempre, lo trovo corretto“, ha dichiarato, aggiungendo che “non tutti sanno cosa significa essere soggetti a controlli antidoping ogni giorno, anche in vacanza”.
Una riflessione che, sebbene fosse intesa ad aprire un dibattito, si è rapidamente trasformata in un caso mediatico di rilevante portata. La polemica ha messo in luce non solo le sfide della comunicazione nell’era dei social media, ma anche la complessità della questione doping nello sport, un tema caldo che continua a tenere banco nel dibattito pubblico.