Caso Liliana, la confessione di Sebastiano Visintin: “È stato un incidente

Il mistero sulla scomparsa di Liliana Resinovich, la 63enne triestina trovata senza vita il 5 gennaio 2022 in un bosco,, si infittisce con sviluppi che lasciano sempre meno spazio all’ipotesi del gesto volontario. Le indagini, inizialmente orientate in questa direzione, hanno preso una svolta decisiva grazie a nuove perizie medico-legali e analisi specialistiche che confermano il sospetto di un delitto.

Una perizia medico-legale ha stabilito che la dipartita di Liliana è avvenuta per asfissia meccanica, escludendo così l’ipotesi di un decesso naturale o autoinflitto. Inoltre, sui sacchetti e sugli indumenti della 63enne sono state rinvenute tracce di peli appartenenti a terzi, un elemento che rafforza la tesi di un coinvolgimento esterno.

Questi reperti potrebbero essere cruciali per identificare un eventuale colpevole, aprendo la strada a nuovi riscontri investigativi. Il corpo spostato? Un altro tassello significativo arriva dalla consulenza di uno zoologo incaricato dalla famiglia. Studiando il comportamento della fauna nella zona del ritrovamento, l’esperto ha concluso che il corpo non si trovava nel bosco da molto tempo, contrariamente alle prime supposizioni.

Questo dettaglio suggerisce che Liliana potrebbe essere stata trasportata nel luogo del ritrovamento poco prima della scoperta, facendo pensare a una macchinazione per depistare le indagini. Le nuove prove riaccendono i riflettori su un caso che per mesi è rimasto nell’ombra del dubbio.

La Procura di Trieste, ora concentrata sulla pista del delitto, cerca nuovi riscontri per stringere il cerchio intorno al presunto colpevole. L’unico sospettato è al momento Sebastiano Visintin, che in queste ore ha rotto il silenzio con dichiarazioni sconvolgenti. “E’ stato un incidente..”

Emergono nuovi dettagli sul rapporto tra Liliana Resinovich e Sebastiano Visintin, grazie alla testimonianza di Jasmina Zivkovic, albergatrice di Gorizia e amica della coppia. Sentita per oltre tre ore dalla Procura di Trieste come persona informata sui fatti, la donna ha fornito una versione in netto contrasto con quella resa da Visintin.

Secondo Jasmina, infatti, Liliana e Sebastiano vivevano un rapporto ormai logoro, caratterizzato da frequenti litigi e incomprensioni, tanto che la loro storia sarebbe stata praticamente finita già da tempo. In particolare, Zivkovic ha ricordato un episodio significativo: durante un soggiorno in hotel, Liliana avrebbe chiesto una camera con due letti separati, confidandole: “Non voglio dormire con lui, non lo sopporto più”.

Un gesto che, secondo l’amica, testimoniava chiaramente la distanza emotiva che si era creata nella coppia. Un altro episodio descritto risale all’estate del 2021, pochi mesi prima della scomparsa di Liliana. La coppia era arrivata in hotel in macchina e, appena scesi, Sebastiano appariva molto arrabbiato. Cosa avrebbe fatto?

Dopo aver scaricato le valigie, avrebbe lanciato uno zaino verso la moglie, ordinandole in tono furioso di portare le borse in camera. Liliana, visibilmente provata, avrebbe raccolto tutto senza replicare, trattenendo le lacrime. Subito dopo il ritrovamento del corpo di Liliana, avvenuto il 5 gennaio 2022 nei pressi della sua abitazione, Jasmina racconta di aver contattato Visintin.

L’uomo, visibilmente scosso e irritato, le avrebbe detto: “È stato un incidente”, per poi correggersi subito: “Sono fuori di testa, non so più quello che dico”. Infine, Sergio Resinovich, fratello di Liliana, ha dichiarato di ritenere Sebastiano responsabile della scomparsa della sorella. Secondo lui, l’uomo avrebbe agito per non perdere i benefici economici derivanti dal legame con Liliana, temendo di restare senza sostegno se lei avesse deciso di lasciarlo.

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