Il delitto di Garlasco, verificatosi il 13 agosto 2007, continua ad essere sotto la lente dei riflettori per via dei suoi sviluppi giudiziari, in quanto, nonostante Alberto Stasi, fidanzato della Poggi, sia stato condannato a 16 anni di reclusione, la nuova indagine ha provveduto all’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio.
La Procura di Pavia, che ha riaperto il caso, ha iscritto Andrea Sempio nel registro degli indagati per delitto in concorso e Andrea, come noto, è amico di Marco Poggi, fratello dell’impiegata 26enne deceduta.
La scelta di riaprire il caso è legata ad importanti sviluppi, dopo le analisi del DNA, ritrovato sotto le unghie di Chiara, che risulterebbe compatibile con quello di Sempio, all’epoca dei fatti 19enne. Andrea, ai tempi, frequentava la casa dei Poggi.
Roberta Bruzzone ha espresso il suo parere riguardo al materiale genetico rinvenuto sotto le unghie di Chiara, con queste parole: “il materiale genetico di Andrea Sempio è sicuramente compatibile con la Y trovata nel materiale sotto le unghie di Chiara Poggi”, precisando, però , che la compatibilità potrebbe derivare da una contaminazione secondaria, dal momento che Sempio frequentava l’abitazione dei Poggi.
La Bruzzone ha ribadito l’importanza di valutare accuratamente l’origine di queste tracce genetiche, in quanto il Dna di Sempio potrebbe non essere ricondotto direttamente al delitto, ma ad una contaminazione accidentale o indiretta. Questo va precisato, proprio per evitare di giungere a conclusioni azzardate ed errate. Per mettere in discussione una sentenza passata in giudicato, gli inquirenti devono disporre di elementi incontrovertibili, per cui il DNA di Sempio, senza ulteriori prove solide, di suo non basta per riaprire il caso o per scagionare Stasi. Le indagini devono essere rigorose, scientifiche, evitando errori procedurali e contaminazioni delle prove, che potrebbero compromettere l’integrità di tutto il processo investigativo.