Campi Flegrei, l’annuncio dell’Ingv: “Cosa succede prima dei terremoti più forti…”
La situazione dei Campi Flegrei continua a preoccupare gli esperti, in quanto il fenomeno bradisismico è in corso, ormai, da diversi mesi e gli studiosi provano a capire come si possa magari, prevedere con qualche giorno di anticipo l’arrivo delle scosse più intense.
Ad occuparsene è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ha analizzato i dati raccolti da uno strumento, installato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Il risultato cui è pervenuto è davvero molto interessante, come avrete modo di constatare voi stessi, anche perché quello che sta succedendo nei Campi Flegrei, con annesso timore di un’eruzione, potrebbe accadere in altre parti del mondo, dunque non solo in Italia, per cui trovare una soluzione sarebbe una manna dal cielo non solo in questo caso ma sempre.
Lo scenario, legato alle conseguenze della stessa, da tempo, tormenta gli studiosi ma anche i locali, che temono di poter perdere tutto ciò che, con fatica, hanno costruito nel corso degli anni, dalle abitazioni, alle famiglie. Non a caso, da tempo, si parla di piani di evacuazione, alla ricerca di possibili soluzioni in grado di prevedere, in anticipo, le scosse più intense.
L’Ingv, poco fa, ha fatto un annuncio, dicendo cosa succede prima dei terremoti più forti.
L’Istituto Nazionale di Geofisica eVulcanologia, analizzando i dati raccolti da uno strumentoinstallato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, è arrivato a constatare che nei giorni che hanno preceduto i terremoti più forti registrati negli ultimi anni nell’area dei Campi Flegrei, la temperatura rilevata al livello del suolo aveva subito un aumento significativo.
Gli scienziati hanno giudicato questa variazione termica «anomala». Lo studio, davvero molto interessante, è stato pubblicato sulla rivista Remote Sensing Letters.
Il 17 maggio 2024, un aumento di 5 gradi della temperature ha anticipato di tre giorni il sisma di magnitudo 4.4, mentre 7 gradi in più, registrata il 21 settembre 2023, hanno preceduto il terremoto di magnituo 4.2 avvenuto il 27 settembre. Lo studio in questione, realizzato da Alessandro Piscini e Cristiano Fidani, si è basato sull’analisi dei dati, raccolti da Ecostress, un sensore Nasa posizionato sulla Iss, dal 2021 e 2024, in grado i raccogliere le immagini termiche con un’elevata risoluzione spaziale di 70 metri, assicurando un monitoraggio costante.
I due ricercatori si sono concentrati su due aree della Solfatara, uno dei quaranta vulcani che costituiscono i Campi Flegrei e sono giunti a delle considerazioni, rilevando anomale variazioni di temperatura nella zona della Solfatara che hanno preceduto alcuni terremoti di maggiore intensità, anticipando le scosse da pochi giorni a poche settimane».
Lo studio è pervenuto a una conclusione: la differenza di temperatura tra le due aree è aumentata negli ultimi anni e questo è in linra con l’aumento osservato per altri segnali, come l’innalzamento del suolo e l’emissione di anidride carbonica. I risultati dello studio evidenziano l’esistenza di un legame tra la fluttuazione di temperatura superficiale e l’attività sismica dell’area.