Calo di memoria dopo il virus? Svelato il motivo
Purtroppo a partire dalla metà di settembre abbiamo dovuto dire addio all’estate meteorologica, anche se come abbiamo visto il caldo ha tenuto almeno fino a questi giorni, quando appunto è previsto un brusco calo delle temperature specie al nord.
L’autunno è ormai cominciato, ottobre è arrivato ed anche quasi terminato. Ci avviciniamo a grandi passi verso la stagione più fredda, l’inverno, che comincerà il prossimo 21 dicembre. Ovviamente dovrebbe cominciare a fare più freddo già a partire da novembre.
L’autunno come si sa è anche fonte di varie patologie, questo proprio a causa degli sbalzi di temperatura. Molto spesso la gente si ammala in questo periodo e quindi deve correre o dal medico o in farmacia per farsi dare la cura adatta. Il raffreddore poi quest’anno ha già colpito tantissimi italiani.
Per evitare imprevisti in tal senso gli esperti raccomandano di non vestirsi troppo leggeri, specie nelle ore serali: un colpo d’aria può essere fonte di un intenso raffreddore nei giorni a venire. Tra l’altro il raffreddore è una delle patologie che si trasmette più di frequente.
Tra sintomi influenzali, raffreddori vari e altre patologie l’autunno costituisce sicuramente un perido non proprio roseo. Accanto a queste patologie con cui siamo abitati a fare i conti ve ne sono altre molto più serie.
Tra queste c’è ovviamente lui, il Sars-CoV-2, meglio conosciuto come coronavirus, il patogeno che provoca la patologia Covid-19. Questo coronavirus come si sa è stato uno dei pochi nel riuscire a causare una pandemia di proporzioni globali.
Il Covid-19 come si è una patologia che colpisce l’apparato respiratorio. Sin da quanto ha fatto la sua comparsa nella nostra vita, ovvero tra 2019 e 2020, il virus ha cambiato per sempre le nostre vite.
Per fermarlo si sono dovuti prendere dei provvedimenti mai visti prima, come la chiusura totale di ogni esercizio commerciale che non fosse di prima necessità, e si è dovuto mettere l’obbligo di usare dispositivi di protezione individuale come le mascherine. Insomma qualcosa di assurdo che faticheremo a dimenticare.
Oggi il Sars-CoV-2 è diventato oggetto di uno studio attento da parte degli esperti, un virus molto più debole rispetto al passato, questo grazie ai vaccini che sono arrivati e che hanno tenuto a bada la patologia.
Come detto si stanno susseguendo numerosi gli studi sul Sars-CoV-2 e gli esperti hanno potuto notare come il virus muti davvero in continuazione. Mutazione dopo mutazione gli scienziati stanno scoprendo delle particolarità che prima non si conoscevano assolutamente.
Particolarità che ci fanno capire come il Covid sia una patologia da non prendere assolutamente sottogamba, questo in quanto può causare serissimi problemi di salute anche a lungo termine.
Recentemente uno studio pubblicato su “Cell’, e citato anche su “Science” online ha dimostrato come l’infiammazione che scatta in risposta al virus Sars-CoV-2 causi un calo della serotonina, e che questo calo a sua volta provochi problemi cognitivi. Tutto questo quindi “impedisce l’attività del nervo vago e quindi compromette le risposte dell’ippocampo e la memoria. Questi risultati forniscono una possibile spiegazione dei sintomi neurocognitivi associati alla persistenza virale nel Long Covid, che possono estendersi ad altre sindromi post-virus” – così spiegano gli scienziati autori dello studio.