BIMBO DI 6 ANNI MUORE LASCIANDO DELLE MACCHIE BLU SUL TAPPETO: 12 ANNI DOPO LA MAMMA SCOPRE CHE..
Ogni donna, quando scopre di essere incinta, è travolta da una miriade di emozioni, gelosa di custodire nel suo grembo il dono più prezioso che la vita possa mai farle.
Poi il suo primo urlo alla vita, tra pianti di commozione dopo quell’ultimo sforzo che segna l’affacciarsi al mondo, non quello protetto nel grembo materno, ma quello reale, quello che costringe tanti piccoli, che dovrebbero vivere di spensieratezza, come tutti i loro coetanei, a diventar guerrieri.
Quando il male del secolo arriva, colpendo minori, non resta che combattere per rimanere strenuamente aggrappati alla vita. Sono in tanti i bimbi che ho avuto modo, personalmente, di visitare nei reparti oncologici.
Sono i bimbi che a stento riescono a sorridere, provati dalla sofferenza, consapevoli che il loro percorso non sarà facile e che ci potranno essere degli imprevisti, purtroppo anche letali.
Sono queste le storie che ti segnano, che ti lacerano dentro, perché ci si sente impotenti, si vorrebbe donare la propria vita, pur di salvare quella del proprio bambino malato ma non è possibile, questo lo sappiamo bene. E chi sopravvive è come se fosse colpito da cancro a vita.
La storia che sto per raccontarvi è quella di Heather Duckworth, una donna, una mamma, sempre di fretta, per via dei molteplici impegni quotidiani. Ma Heather è una madre orfana, che dal quel maledetto giorno in cui il cancro ha stroncato la vita del suo bambino di soli 6 anni, lavora ogni giorno, per mandare un messaggio a tutti gli altri genitori. E non si tratta di un messaggio banale, bensì, di un messaggio forte, che dovrebbe (dico dovrebbe) invitare alla riflessione.
Tutto è iniziato quando la donna, piuttosto infastidita, si è messa a pulire una macchia blu lasciata cadere dalla figlia sul pavimento. Proprio in quei momenti, che avrebbero messo a dura prova i nervi di qualsiasi mamma attenta all’igiene, si è ricordata di un’altra macchia, quella che uno dei suoi due figli gemelli, Jacob, gli aveva fatto sul tappeto 14 anni prima.
Era una macchia d’inchiostro, appunto, sul tappeto, dopo che il ragazzino aveva rotto una penna, tra il caos generale e la stanchezza del fine serata e l’irrequietezza dei figli che non volevano sapere di porre fine alle loro marachelle. Jacob era completamente sporco d’inchiostro e Heather, ovviamente, non avrebbe potuto fare i salti di gioia, tanto che nel portarlo in bagno a lavare, è scoppiata in lacrime dal nervoso. Poco tempo dopo, però, Jacob è stato colpito da un cancro che non gli ha lasciato scampo.
Dopo anni dal suo decesso, la macchia di inchiostro è ancora sul tappeto, racconta questa mamma orfana, profondamente commossa: : “Era ancora li.. e adesso è un costante richiamo a mio figlio. Era un costante richiamo alla mia frustrazione per qualcosa di così banale. Qualcosa di così poco importante nello schema della vita.”
Heather non potrà mai dimenticare la sofferenza di suo figlio, il tempo trascorso con lui in ospedale per le cure a cui è stato sottoposto, sino al tragico epilogo. E’ una donna distrutta ma con una consapevolezza diversa: quella che accetterebbe un milione di macchie blu d’inchiostro, pur di passare una sola giornata con il suo Jacob, diventato un angelo troppo in fretta. Ed è al culmine della sua riflessione, che la donna lancia un messaggio molto importante a tutti i genitori: quello di non arrabbiarsi per cose futili, godendo delle piccole cose della vita, che a volte sembrano frustanti.