Arretrati, conguagli e aumenti. I nuovi assegni delle pensioni
Rivalutazione delle pensioni sino al 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo erogato dall’Inps.
Da aprile scatterà la rivalutazione dell’indice Istat delle pensioni secondo quanto stabilito dallo scorso legge di Bilancio.
A comunicarlo è stata l’Inps lo scorso 13 marzo, sul proprio sito istituzionale, ricordando che il “pagamento delle pensioni sarà effettuato come da calendario, mercoledì a aprile 2020, primo giorno bancabile del mese”.
Si tratta di una boccata d’ossigeno, soprattutto per coloro i quali percepiscono un assegno fra tre e quattro volte il minimo erogabile, cioè 515,07 euro, perché avranno una rivalutazione Istat che, per il 2020, è stato pari al 0,4%. I pensionati vedranno adeguato, dunque, l’assegno ricevuto al costo della vita e questo continuerà fino al 2021, considerando che il meccanismo di rivalutazione introdotto è stato programmato a livello triennale 2019-2021.
Come riporta la nota dell’Istituto, “la citata legge ha introdotto un nuovo meccanismo di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici per il triennio 2019-2021, parzialmente diverso da quello applicato in occasione della prima rata di gennaio 2020”. Non si tratterà di enormi aumenti, considerando che sino all’anno scorso la rivalutazione arrivava massimo al 97% dell’indice Istat, ma è comunque qualcosa e che andrà incontro alla fascia di percettori che si muovono mensilmente tra i 1545,21 euro di pensione e i 2.060,28 euro. Inoltre a loro è saranno corrisposti gli arretrati spettanti per le mensilità.
La novità, spiega l’Istituto, “consiste nella eliminazione della fascia di rivalutazione delle pensioni comprese fra tre e quattro volte il trattamento minimo, che viene ora accorpata alla fascia di rivalutazione pari al 100% dell’indice di rivalutazione. Conseguentemente è stata effettuata una seconda operazione di rivalutazione solo per i pensionati i cui trattamenti complessivi si collocano nella fascia compresa fra 3 e 4 volte il trattamento minimo”.
A questi pensionati, spiega ancora l’Inps, “nel mese di aprile, saranno corrisposti anche gli arretrati da gennaio a marzo oltre l’adeguamento della relativa mensilità. Sarà a breve pubblicata la circolare illustrativa dell’operazione”.
L’Inps, dunque, avrà 5 scalini decrescenti di rivalutazione distribuiti a seconda del livello di reddito: 77% di rivalutazione per assegni fra quattro e cinque volte il minimo, pari allo 0,308%; 52% di rivalutazione per assegni fra cinque e sei volte il minimo, pari allo 0,208%; 47% di rivalutazione per assegni fra sei e sette volte il minimo, pari allo 0,188%; 45% di rivalutazione per assegni fino nove volte il minimo, pari allo 0,18%; 40% di rivalutazione per trattamenti d’importo superiore alle nove volte il minimo, pari allo 0,6%.
Ma sul fronte delle rivalutazioni c’è anche un’altra partita che si gioca ed è quella che riguarda i ricorsi per recuperare lo scippo di Stato subito dai pensionati in questi anni. L’avvocato Alessandro Milano e l’avvocato Celeste Collovati di Dirittissimo portano avanti la loro battaglia e ricordano quali sono le fasce che possono impugnare il provvedimento:
“Per tutti coloro che percepiscono pensioni al di sopra delle 6 volte il minimo Inps, ovvero pensioni pari
o superiori ad Euro 3.090,42 mensili, coloro che sono stati colpiti in misura evidente da tale blocco, riteniamo ci
siano buoni presupposti per non arrendersi e ad andare avanti sul fronte dei ricorsi”.