Aquisgrana, il “patto a due” tra Macron e Merkel certifica che l’Europa non esiste
Si scrive Unione Europea, ma si legge asse franco-tedesco. Chi non ne fosse ancora convinto può interrogarsi su quale significato abbia un trattato a due, come quello firmato ad Aquisgrana – città dal nome forte evocativo dei rapporti tra le due nazioni – da Emmanuel Macron e Angela Merkel. Già, a che cosa serve un patto a due se, almeno a chiacchiere, l’obiettivo comune è la completa integrazione di tutti gli Stati europei?
Selva di fischi all’arrivo dei due in municipio
Forse è anche per colpa di questa evidente ipocrisia se a far da colonna sonora all’incontro di Aquisgrana siano stati i fischi con cui centinaia di manifestanti hanno accolto Macron e la Merkel al loro arrivo in municipio. Contestazioni che hanno sottolineato la fase particolarmente difficile dei due statisti, con il primo in caduta libera nei sondaggi e ormai ossessionato dalla protesta dei gilet gialli, e con la seconda, sempre più insidiata dall’avanzata dell’ultradestra di Afd, che ne ha ferocemente avversato le aperture sul tema dell’immigrazione. E il nervosismo latente, almeno sul lato francese, si coglie per intero dalla reazione di Macron alle critiche che in patria ha scatenato la sua iniziativa: «Coloro che mettono in caricatura o diffondono menzogne fanno del male alla nostra storia e ai nostri popoli», ha urlato il presidente francese. Si riferisce alle voci circolate in questi giorni in Francia secondo le quali il trattato avrebbe obbligato il governo di Parigi ad una cessione di sovranità su alcuni territori e ad una condivisione del seggio all’Onu.
Moffa: «Che cosa risponde il governo italiano a Macron?»
In Italia, il trattato di Aquisgrana è stato commentato molto con toni molto duri da Silvano Moffa, portavoce di Cantiere Italia: «Questo trattato – si legge in una nota – non rafforzerà l’Europa, ma la indebolirà ulteriormente». A conferma della sua tesi, Moffa sottolinea la circostanza che il patto tra Macron e Merkel sia stato siglato «alla vigilia dei rinnovo del Parlamento europeo», sancendo così «la disgregazione della Ue». Quel che stupisce – ha concluso – è «l’imbarazzante silenzio delle istituzioni italiane, a cominciare dalla Farnesina».