Andrea Zamperoni, la svolta nel caso dello chef italiano morto a New York nel 2019. “Perché l’ho ucciso”: la escort, dettagli raccapriccianti
“L’ho ucciso io”. Svolta nella notte nel caso dello chef italiano Andrea Zamperoni, trovato senza vita a 33 anni nell’agosto 2019 a New York, dove lavorava. A confessare l’omicidio è stata Angela Barini, escort di 43 anni, che era stata arrestata ed era l’unica sospettata.
Lo chef nato a Casalpusterlengo (Lodi) lavorava al Cipriani Dolci, uno dei locali più prestigiosi della Grande Mela, e morì avvelenato in un motel del Queens dopo aver assunto un cocktail di fentanyl, analgesico oppioide sintetico. L’overdose non è stata il risultato di una notte di eccessi, ma il frutto di un piano criminale andato fuori controllo. La Barini infatti aveva intenzione di derubare Zamperoni ma ha sbagliato il dosaggio delle droghe.
Agli inquirenti, la escort di origini canadesi ha rivelato anche di aver discusso con il suo protettore, Leslie Lescano, della possibilità di fare a pezzi e occultare il cadavere dello chef. Alla fine i due complici hanno optato per disfarsi del corpo, nascondendolo in un lenzuolo dentro una pattumiera, dove è stato ritrovato solo 4 giorni dopo l’omicidio, ormai già in stato di decomposizione.
A conferma del tentativo di soppressione del cadavere, nella stanza del motel gli inquirenti avevano ritrovato diverse bottiglie di candeggina, una sega elettrica e una valigia vuota. Barini e Lescano sono sospettati di aver aver ucciso altre tre persone, due turisti e un pensionato, anche loro morti per overdose e poi derubati. Una coppia assassina che ha terrorizzato New York per mesi.