Alpinisti deceduti, l’esperto del Gran Sasso: “Si sarebbero salvati”
Sta destando molto sgomento e non potrebbe essere altrimenti la vicenda dei due alpinisti deceduti sul Gran Sasso. Il ritrovamento dei corpi è avvenuto nella giornata del 27 dicembre grazie ad un sorvolo in elicottero e al miglioramento delle condizioni meteo.
Purtroppo per Luca e Cristian, questi i nomi dei due alpinisti scomparsi non vi è stato nulla da fare. Subito dopo il ritrovamento i soccorritori hanno deciso di non informare subito i media in quanto si volevano avvisare prima le famiglie di quanto avvenuto e poi appunto darne notizia alla stampa.
Una situazione delicata che ha costretto per giorni intere le famiglie in attesa. I due alpinisti erano originari di Sant’Arcangelo di Romagna. Domenica scorsa erano usciti per una escursione sul Gran Sasso ma il cambio repentino delle condizioni meteo pare gli abbia messi in seria difficoltà.
Purtroppo in montagna il tempo può cambiare in maniera molto repentina e come sanno gli alpinisti più esperti con la Natura non si scherza. Lo sapevano anche i due alpinisti che sono stati trovati senza vita sul Gran Sasso in quanto era molto esperti e in passato avevano conquistato vette più alte del Gran Sasso.
Purtroppo nonostante i tentativi di salvare i due le condizioni meteo hanno sorpreso anche i soccorritori e per questo si sono dovute anche interrompere le ricerche per qualche ora visto che neanche il Soccorso Alpino riusciva ad avere contezza della situazione.
Adesso a parlare è l’esperto del Gran Sasso secondo cui i due avrebbero potuto salvarsi, qualcosa di davvero molto particolare.
Secondo quanto si apprende in queste pare che i due alpinisti stessero tornando indietro in quanto avevano capito che le condizioni meteo stessero peggiorando. Quella che doveva essere un’avventura si è trasformata in un episodio gravissimo.
Nessuno si sarebbe aspettato che i due rimanessero bloccati sulla montagna. Avevano anche lanciato un SOS e per questo il Soccorso Alpino si era mosso immediatamente. Ogni tentativo però di riportare i due a casa si è rivelato purtroppo molto vano.
Adesso a parlare è il presidente CAI Abruzzo Francesco Sulpizio che purtroppo conosce bene la montagna e le sue parole sono molto importanti. “Noi che conosciamo la nostra montagna, il Gran Sasso, che muta molto velocemente, non saremmo andati” – così ha detto l’uomo.
“Due buoni alpinisti in ambiente innevato avranno impiegato tre ore abbondanti per raggiungere la vetta. Mediamente un alpinista impiega 3 ore, in condizioni normali ed estive. Con i ramponi e piccozza si arriva velocemente in vetta al Corno Grande. Potrebbero essere arrivati intorno a mezzogiorno. Poi c’è la discesa” – così spiega ancora l’esperto.
Ma non solo, i due avrebbero potuto anche salvarsi. “Sfortunatamente hanno preso a sinistra, nell’insenatura tra il Monte Aquila e la salita della via che porta al Corno Grande, là subito si va su sullo strapiombo, su una pendenza maggiore. Avranno trovato la lastra di ghiaccio, saranno caduti e sono finiti nella Valle dell’Inferno” – così pensa Sulpizio.
Una disavventura quella dei due alpinisti che ci fa capie quanto imprevedibile possa essere la natura. Nelle prossime ore si conosceranno altri dettagli sulla situazione.