Addio a David Johansen, voce iconica dei New York Dolls e alter ego di Buster Poindexter

Il mondo della musica è in lutto per la scomparsa di David Johansen, il leggendario frontman dei New York Dolls, morto all’età di 75 anni il 28 febbraio nella sua casa di Staten Island, New York. La notizia è stata comunicata dalla famiglia, che ha rivelato che Johansen è deceduto “alla luce del sole, circondato da musica e fiori”, dopo una lunga battaglia contro un tumore al quarto stadio, aggravato da un tumore al cervello e da una frattura alla schiena. Le sue condizioni di salute erano state rese note dalla figliastra Leah Hennessy, che il 10 febbraio aveva condiviso la gravità della situazione. La famiglia ha anche espresso gratitudine per il supporto ricevuto e ha invitato a fare donazioni per coprire le spese mediche.

I New York Dolls, band pionieristica del glam rock formatasi nei primi anni ’70, hanno segnato un’epoca nella storia della musica. Con il loro stile audace e provocatorio, hanno aperto la strada al punk rock, influenzando band iconiche come i Ramones e i Sex Pistols. La formazione originale includeva, oltre a Johansen, i chitarristi Sylvain Sylvain e Johnny Thunders, il bassista Arthur Kane e il batterista Jerry Nolan.

Il debutto discografico della band, l’album omonimo “New York Dolls”, fu registrato in soli otto giorni nel 1973 e prodotto da Todd Rundgren. Le canzoni “Personality Crisis”, “Looking for a Kiss”, “Vietnamese Baby” e “Frankenstein” divennero rapidamente inni generazionali. Tuttavia, il successivo album “Too Much Too Soon” (1974) non riuscì a ottenere il successo sperato e la band si sciolse nel 1976, dopo un tumultuoso tour che culminò con un ultimo concerto al leggendario Max’s Kansas City.

Dopo la fine dei New York Dolls, Johansen avviò una carriera solista, pubblicando sei album, ma fu con l’alter ego Buster Poindexter che raggiunse una notorietà più ampia. Il suo album del 1987, “Buster Poindexter”, conteneva il successo travolgente “Hot Hot Hot”, che divenne un tormentone, nonostante Johansen lo considerasse “la rovina della mia esistenza” per la sua eccessiva esposizione mediatica.

Oltre alla musica, Johansen si distinse anche come attore. Nel 1988, interpretò il Fantasma del Natale Passato in “S.O.S. Fantasmi”, al fianco di Bill Murray, e l’anno successivo recitò in “Felice e vincente”. Nel 1994, vestì i panni dell’agente Gunther Toody in “Una volante tutta matta”, mentre nel 2000 apparve nella celebre serie “Oz” nel ruolo del detenuto Eli Zabitz.

Negli anni 2000, Johansen tornò alle sue radici musicali con la band Harry Smiths, pubblicando due album. Nel 2004, su invito di Morrissey, riunì i New York Dolls, portando alla realizzazione dell’album “One Day It Will Please Us to Remember Even This” nel 2006, dando vita a una nuova era per la band che durò circa otto anni.

La scomparsa di David Johansen segna la fine di un’era e il rock perde una delle sue voci più carismatiche e ribelli. La sua eredità, che abbraccia punk, glam, blues e cabaret, continuerà a risuonare nei cuori e nelle menti di molti, lasciando un segno indelebile nella storia della musica. In un mondo che cambia rapidamente, la musica di Johansen rimarrà un faro di autenticità e passione, ispirando generazioni future.