Giulia Cecchettin, lo sfogo dello zio dopo la confessione di Turetta: ”Spero che…”
Le recenti confessioni di Filippo Turetta, killer dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, stanno facendo il giro del web e hanno indignato milioni di persone: tra esse, ovviamente, c’è anche lo zio della ragazza uccisa l’11 novembre scorso a Vigonovo, il quale non ha alcuna intenzione di perdonare l’assassino della nipote (in carcere ormai da sette mesi) assecondando la richiesta dei genitori di Turetta. Anzi, il signor Andrea Camerotto ha rincarato la dose: ecco cos’ha scritto sui social.
LE PAROLE DURE DI CAMEROTTO
“Spero che la tua famiglia ti abbandoni a te stesso con i tuoi incubi peggiori – ha tuonato Camerotto –altrimenti a quel messaggio di sei mesi fa non ha senso che risponda“: il messaggio a cui fa riferimento lo zio di Giulia, appunto, è quello nel quale la famiglia di Turetta chiede perdono a Gino Cecchettin (il papà della vittima) e al resto dei parenti. “So che i genitori di FIlippo hanno scritto a Gino in occasione delle festività – ha aggiunto Camerotto a Il Gazzettino – e che hanno tentato anche con lui un approccio, chiedendogli di perdonare il loro figlio. Non so cosa abbia risposto lui, ma hanno scritto anche a me e io no ho mai risposto. Non voglio incolpare i genitori di Filippo e credo non voglia farlo nemmeno Gino, spero che il loro sia un tentativo di avvicinamento dettato da un sincero strazio e non un modo per tentare di difendere l’indifendibile per alleggerire la posizione del loro figlio”. E poi la stoccata diretta: “Il perdono arriverà nel momento in cui non tenteranno di portare Filippo fuori dal carcere o comunque di non fargli scontare la pena che gli spetta“.
IL RICORDO DI GIULIA
La famiglia di Giulia non intende approfondire le confessioni di Turetta né entrare nei dettagli che hanno portato al terribile femminicidio dello scorso autunno, piuttosto Camerotto dice che “non vogliamo ricordare Giulia nelle immagini delle telecamere della Nave de Vero, accanto al suo assassino. Per noi Giulia è nelle foto che aveva mandato alla sorella quella sera, quando si era provata i vestiti che avrebbe dovuto indossare per la sua laurea. Era così contenta. Custodiamo quelle immagini come solo una famiglia sa fare“.