Natisone, trovato un corpo: sarebbe quello di Cristian. Dove lo hanno recuperato
È stato rinvenuto questa mattina nel Natisone il corpo di Cristian Casian Molnar, il giovane di 25 anni disperso dal giorno dell’incidente che ha coinvolto tre ragazzi. Almeno è quello che sipensa nell’immediatezza dell’evento. Il ritrovamento è avvenuto nei pressi del greto dove si è consumata la tragedia. Che si tratterebbe del terzo ragazzo della tragedia del fiume è quello che scrive Il Gazzettino, media locale dal principio più informato sulla drammatica vicenda.
Cristian era scomparso settimane fa e, da allora, i soccorritori non hanno mai smesso di cercarlo. Oggi, grazie al calo del livello dell’acqua, è stato possibile individuare il suo corpo, incastrato tra rami e rocce a circa 500 metri dal ponte romano di Premariacco.
Per ora il corpo sarebbe stato solo individuato, è sommerso dall’acqua e incastrato tra rocce e ramaglie. Sul luogo del ritrovamento lavorano i sommozzatori dei Vigili del fuoco, il nucleo speleo alpino fluviale e forze dell’ordine. È arrivato anche l’elicottero nel punto di corrispondenza con il ritrovamento.
“Abbiamo trovato un corpo nel fiume…”, scrive il sindaco Michele De Sabata su Facebook, che dal giorno della tragedia utilizza per fornire a tutti costanti aggiornamenti ricerche. In pochi istanti sotto il post si è raccolta una lunga fila di commenti di una comunità che non ha mai smesso di perdere le speranze.
Sebbene l’identificazione ufficiale non sia ancora stata confermata, vi è una quasi certezza che si tratti proprio di lui, l’ultimo dei tre giovani travolti dalla piena. I corpi delle altre due vittime, Bianca Doros, 23 anni, e Patrizia Cormos, 21 anni, erano stati recuperati pochi giorni dopo la tragedia, rispettivamente a circa 700 e 1000 metri dal punto di scomparsa. I vigili del fuoco hanno individuato il corpo in una fossa ormai libera dell’acqua a valle del punto in cui sono state trovate senza vita anche le altre due vittime.
Durante le settimane di ricerca infruttuosa, i familiari di Cristian non hanno mai perso la speranza e hanno insistito affinché le operazioni continuassero. “Non fermatevi, mio fratello è ancora vivo”, ripeteva il fratello Petru Radu, che ha seguito da vicino ogni fase delle operazioni di soccorso.