Influenza aviaria, l’allarme del virologo: “Pandemia è questione di tempo, mortalità fino al 50%”
C’è allarme un po’ in tutto il mondo per il rischio rappresentato dall’influenza aviaria. Infatti, secondo il dottor Robert Redfield, virologo ed ex direttore dei CDC, una pandemia i questo virus non è questione di se, ma di quando arriverà. Inoltre, aggiunge l’esperto, la mortalità della potrebbe arrivare al 50%. Questo significa che il virus potrebbe uccidere una persona infetta su due. Sarebbe insomma un’emergenza molto peggiore del Covid.
Nonostante l’annuncio del primo morto in Messico per influenza aviaria si sia rivelata una bufala, smentita dal governo messicano, il dottor Redfield si dice assolutamente convinto che “sia molto probabile che prima o poi avremo una pandemia di influenza aviaria. Non è una questione di se, è più una questione di quando avremo una pandemia”.
Secondo lo scienziato statunitense, la mortalità di questa malattia potrebbe essere compresa tra il 25 e il 50%. Con l’influenza aviaria si rischia dunque una vittima ogni quattro o due infettati. Secondo diversi esperti, il virus H5N1 dell’influenza aviaria per diventare capace di infettare le persone e permettere la trasmissione da uomo a uomo dovrebbe subire delle mutazioni in cinque amminoacidi che lo renderebbero capace di agganciarsi efficacemente al recettore sulle cellule umane.
“Una volta che il virus acquisisce la capacità di attaccarsi al recettore umano e poi di passare da uomo a uomo, è allora che si avrà la pandemia. E come ho detto, penso che sia solo questione di tempo”, precisa per concludere il dottor Redfield. Al momento dunque non esiste alcun rischio imminente per l’uomo. Ma le autorità sono molto preoccupate per quello che potrebbe accadere tra qualche anno.