PADRE PIO, LA PROFEZIA SEGRETA È STATA RIVELATA PROPRIO DA UN MONACO

E’ questione di fede, è questione di crederci o meno ma, per i devoti è importante conoscere ogni aspetto, anche quello più intimo, relativo alla vita di Padre Pio, San Pio, sia tra i santi più venerati in tutto il mondo che continua ad affascinare milioni di fedeli sparsi per il mondo. In tanti pregano per lui, recandosi a San Giovanni Rotondo, specie in questi tempi in cui il mondo è nella morsa di una crisi che non conosce battute d’arresto.

Padre Pio è un sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, vissuto dal 1887 al 1968. Nato il 25 maggio del 1887 a Pietrelcina, in provincia di Benevento, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa De Nunzio, piccoli proprietari terrieri, fu battezzato col nome di Francesco.

Un’educazione fortemente religiosa, quella ricevuta in parrocchia e in famiglia, dato che, a soli 10 anni, espresse il desiderio di farsi frate, venendo ordinato sacerdote nel duomo di Benevento il 10 agosto del 1910.

Il 25 febbraio del 2002 il Concistoro, con il riconoscimento di un altro miracolo, decretò la canonizzazione di Padre Pio che ebbe luogo il 16 giugno dello stesso anno.

Dalla stampa è giunta la notizia di una profezia segreta rivelata proprio da Padre Pio ad un monaco. Trattandosi di un santo amatissimo, la curiosità dei fedeli è davvero enorme. Non ci resta che scoprire insieme di cosa si tratta

Una notizia indubbiamente molto forte, di quelle che, rapidamente, si sono diffuse per il web, lasciandoci letteralmente senza parole. E’ quella dell’incontro tra il mistico napoletano Don Dolindo Ruotolo e Padre  Pio, avvenuto a San Giovanni Rotondo. Fu un incontro decisamente importante, al punto  che venne descritto nel libro  “Gesù, pensaci tu!-Vita, opere, scritti & eredità spirituale di Don Dolindo Ruotolo”, scritto dalla nipote di Ruotolo, Grazia. Don Dolindo, parlando dell’incontro con Padre Pio, risalente all’autunno del 1953, pur conoscendosi spiritualmente da diversi anni, disse che ebbe modo di constatarne di persona la santità. Tutto è partito quando il mistico napoletano venne messo sotto inchiesta dal Sant’Uffizio. Due figlie spirituali si recarono da Padre Pio e vennero da lui rassicurate.

Il 6 luglio 1923, dunque molto prima del loro incontro di persone, Don Dolindo aveva speso bellissime parole per il Santo, dicendo: “.Ho letto sul Corriere d’Italia di oggi che il Santo Uffizio ha dichiarato che nei fatti del Padre Pio da Pietrelcina non vi è il soprannaturale. Credo che il povero Padre Pio non tarderà ad andare a Roma  pure lui”. Quando il mistico napoletano ritornò da San Giovanni Rotondo, in cui aveva incontrato Padre Pio, raccontò, in dettaglio, tutto ciò che accadde in quella giornata.

Iniziò così: “Celebrai la Messa e dopo il padre guardiano volle offrirmi in refettorio il caffè. Domandai quale era il posto del Padre Pio nel refettorio, e detti un bacio su quella tavola che raccoglieva il profumo delle sue penitenze”.  Un incontro  molto importante, in cui i due religiosi affrontarono tempi davvero profondi, lasciandosi andare a riflessioni sull’aldilà e sulla salvezza delle anime Nel rispondere al pensiero di don Ruotolo sull’opera di Gesù, Padre Pio, sorridendo, gli disse: “Ma tu sei avido di benedizioni! tu non ti sazi mai!”.

 Il resto del racconto fa venire la pelle d’oca: “E abbracciandomi, e stringendomi al suo cuore mi disse, rassicurandomi sul percorso passato della mia vita, sul presente e anche sul futuro, mi disse in tono enfatico, innanzi ai frati che lo circondavano: Ascoltami bene! tutto il paradiso è nell’anima tua, c’è stato sempre, c’è e ci sarà per tutta l’eternità». E mi baciò con profondo affetto che mi commosse, avanti a tutti. I frati stessi rimasero sorpresi dei gesti e del linguaggio, tanto che mi chiesero: «Ma voi avete capito che cosa vi ha detto padre pio? È mirabile, ma che cosa ha voluto dirvi?. 

Padre Pio , utilizzando quelle parole, aveva voluto semplicemente dare una risposta alle domande preoccupate di Don Dolindo, rassicurandolo sul fatto che se la sua vita si era svolta in quel modo, era per volontà divina. “Non ero un illuso, dunque, il mio cammino era dato da Dio, lo era e mi portava all’eterna salvezza. Nel mio cuore non feci che umiliarmi, giacché non vedevo e non veggo in me, altro che nullità e miseria”, ha chiosato Don Dolindo.