Natisone, come sono morti i tre ragazzi: “Paralizzati dall’effetto freezing”
“Bloccati dalla paura”. Così, i testimoni oculari che hanno visto i tre ragazzi prima di morire. Eppure, il fiume Natisone non aveva ancora ricoperto l’isolotto dove si trovavano. Nell’immagine scattata si vedono Cristian, Patrizia e Bianca immobili sopra la porzione di terra, tanto che alcuni si chiedono perché non si siano mossi. Cerchiamo di capirlo insieme.
Perché erano abbracciati
C’è una scena che è rimasta impressa nella mente di tutti ed è quella in cui i tre ragazzi si abbracciano: secondo quanto si apprende, “il vigile del fuoco che era a terra (sulla barca diretta verso di loro) gli ha suggerito di stare insieme, di essere più forti, di opporsi e contrastare con forza la corrente”, ha raccontato Michele De Sabata, sindaco di Premariacco. I vigili del fuoco hanno tentato di salvarli lanciando dall’alto una corda, ma i giovani non sono riusciti ad afferrarla. I soccorritori hanno allora provato ad utilizzare una scala tesa sul fiume, ma invano. Ma c’è un fattore, in particolare che ha contribuito alla morte ed è l’effetto freezing.
«Probabilmente è stato uno spavento molto grande che li ha paralizzati – commenta Crina Suceveanu, giornalista romena in Italia -. L’acqua ha cominciato ad arrivare. Hanno pensato: “Cosa facciamo adesso, dove andiamo?”. Inizialmente la distanza che li separava dalla riva era solo di pochi metri. L’acqua fredda gli arrivava già alle ginocchia e li batteva forte. Ma congelati dalla paura, i giovani non hanno osato percorrere i pochi metri che li separavano dalla zona sicura, circondata da cespugli, vicino alla riva. Forse è stato determinante anche il fatto anche che le ragazze non sapessero nuotare, come dicono i parenti». Peraltro, molto probabilmente, non si aspettavano che l’acqua salisse così velocemente. In 2-3 minuti è salita fino alle ginocchia, tanto che 6 minuti più tardi sono stati travolti. Quando si innesca? Nel momento in cui bloccarsi sembra essere l’unica opzione possibile, come indicato dalla psicologa Pamela Busonero. Quando si è di fronte ad una situazione in cui non si riesce ad affrontare la minaccia né a fuggire da essa. La paralisi, peraltro, non è solo fisica. Raggiunge una profonda “stasi cerebrale” che impedisce di ragionare razionalmente e di analizzare la situazione, ostacolando quindi la presa di decisioni e iniziative che permetterebbero di salvarsi dalla minaccia.
Quanto dura
Il freezing si manifesta come un’immobilizzazione, totale o parziale. Un “congelamento” dei movimenti di chi (in questo caso i tre ragazzi) sta vivendo la situazione di pericolo. Quanto può durare? Da pochi secondi fino a 30 minuti, come riportato da stateofmind.