“Non c’è più speranza”, Patrizia, Bianca e Cristian, ricerche a un vicolo cieco
Non c’è più speranza. Ogni minuto che passa le possibilità di ritrovare i tre ragazzi vivi si affievoliscono. Le ricerche continuano senza sosta, tuttavia anche tra i soccorritori la speranza di riuscire a salvare le vite dei tre vanno spegnendosi. Sul luogo non solo il Corpo nazionale dei vigili del fuoco con 40 tra specialisti sommozzatori, soccorritori fluviali giunti da tutti i comandi della regione, dronisti, topografi, team speleo e l’elicottero del reparto volo di Venezia, ma anche un alto numero di volontari della Protezione civile. Tuttavia ciò finora non è bastato, e la natura del fiume non aiuta. Il Natisone è conosciuto per un punto a una decina di metri più a valle rispetto alla zona delle ricerche in cui l’acqua, anche in condizioni normali, raggiunge i 15 metri di profondità e ci sono correnti e mulinelli che trascinano sul fondo e fanno incastrare tra i massi della forra.
Le famiglie dei ragazzi, arrivati in mattina sul luogo, sono supportati da una psicologa della Protezione civile Friuli Venezia Giulia, la quale ha il difficile compito di prepararli alla peggiore delle possibilità, sempre più realistica. A questo punto solo un miracolo potrebbe far trovare Bianca, Patrizia e Cristian vivi.
Patrizia, Bianca e il fidanzato Cristian sono stati travolti ieri dalla furia del Natisone durante una passeggiata che doveva celebrare un esame. La gioia di un momento si è trasformata in un incubo quando i tre giovani sono stati inghiottiti dalle acque in piena del torrente, gettando nello sconforto le loro famiglie e tutta la comunità.
Le ricerche sono ricominciate all’alba di oggi. La prima vera svolta nelle indagini è arrivata quando è stata ripescata dalle acque del fiume la borsa di una delle ragazze, Patrizia Cormos. Dentro è stato trovato anche il cellulare di cui soccorritori avevano intercettato il segnale. Per questa ragione, le ricerche sono concentrate in quella specifica zona, anche se non è certo che, nel disperato tentativo di sottrarsi alla piena, lo smartphone sia rimasto addosso al suo proprietario. A intercettare il segnale è stato proprio uno dei droni della Protezione civile.
Era un giorno speciale per Patrizia Cormos, 20 anni, che aveva appena superato un esame all’Accademia di Belle Arti Tiepolo di Udine, dove faceva il secondo anno di Design e architettura d’interni. Per festeggiare il superamento di un importante test necessario per accedere all’esame di “modellazione in 3D”, la ragazza originaria di Campoformido, in provincia di Udine, aveva deciso di trascorrere del tempo con i suoi amici, Bianca Doros, 23 anni, e il fidanzato Cristian, un ragazzo di 25 anni, entrambi originari della Romania. Bianca era giunta a Udine da pochi giorni per visitare i genitori, mentre il fidanzato residente in Romania e a sua volta giunto in Friuli Venezia Giulia da poco era arrivato dall’Austria, dove risiede il fratello.
La mamma di Patrizia, con il cuore spezzato, ricorda quegli ultimi momenti: “Mi aveva detto ‘Lasciami andare con loro, stiamo un po’ insieme e facciamo qualche foto’. Io le avevo suggerito di non andare perché era stanca, ma alla fine ho ceduto. Non avrei mai immaginato una tragedia simile”. La giovane Patrizia viveva a Basaldella di Campoformido, vicino a Udine, con la sua famiglia, e stava costruendo il suo futuro con passione e dedizione.
Le ricerche sono continuate incessantemente per tutta la notte e per tutta la mattinata. Proseguono ancora con speranza e determinazione. Un imponente schieramento di mezzi sta setacciando la forra di Premariacco in direzione Paderno. Il sindaco di Premariacco, Michele De Sabata, ha postato sui social la foto dei mezzi dei Vigili del Fuoco e ha comunicato che “durante la notte hanno sospeso in un punto le ricerche in attesa di potersi calare o risalire dal fiume. Sono ore decisive”. L’angoscia è palpabile tra i volontari e i soccorritori che non si arrendono e continuano a cercare segni di vita.
L’allarme è stato lanciato alle 13.30 del 31 maggio. Sul posto stanno operando i Vigili del Fuoco di Udine con squadre di terra e soccorritori fluviali alluvionali, supportati dall’elicottero Drago 141 del Reparto Volo del comando di Venezia. Da Venezia sono giunti anche i sommozzatori assieme ad operatori specializzati degli altri tre comandi dei Vigili del Fuoco del Friuli Venezia Giulia. Alle ricerche sta partecipando anche l’elicottero del servizio sanitario regionale Fvg. Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Cividale del Friuli.
I tre ragazzi avevano imprudentemente deciso di fare una passeggiata nel greto del torrente Natisone, nei pressi del ponte Romano, a Premariacco, nonostante l’allerta meteo gialla in corso che segnalava il pericolo di piene improvvise. Un momento di relax si è trasformato in tragedia a causa delle condizioni meteorologiche avverse che hanno causato allagamenti e disagi in tutto il Friuli Venezia Giulia e nel Nordest. La corrente del torrente, ingrossato dalle forti piogge, non ha lasciato scampo ai tre giovani.
Questa terribile vicenda ci ricorda quanto possa essere impietosa la natura e quanto sia importante rispettare gli avvisi di pericolo. I cartelli affissi nella zona avvisano chiaramente del divieto assoluto di balneazione per il pericolo di annegamento, ma l’incoscienza giovanile e il desiderio di vivere momenti di spensieratezza hanno avuto la meglio.
Le ricerche continueranno fino a che non si avranno notizie definitive sui tre giovani, mentre una comunità intera spera ancora in un miracolo. Le famiglie, devastate dal dolore, attendono con ansia qualsiasi notizia che possa riportare loro un barlume di speranza. La tragedia del Natisone rimarrà una ferita aperta nel cuore di tutti coloro che conoscevano e amavano Patrizia, Bianca e il suo fidanzato.