L’esempio di un papà spopola
“Papà, oggi il maestro ci ha sgridati!”
“E perché?”
“Perché ha trovato XYZ in bagno a piangere da sola e ci ha sgridati!”
“Ok… E perché lei piangeva?”
“Perché dicono tutti che riceve lettere d’amore da ABC e la prendono in giro…”
“Uhm… E tu cosa ne pensi?”
“Penso che è ridicolo.”
“Cosa è ridicolo?”
“È ridicolo che a otto anni scrivi o ricevi lettere d’amore…” risponde divertito.
“Ok. Quindi anche tu ti sei divertito a prenderla in giro… Vero?”
“No… Beh… Non proprio… Mica in faccia… Però le ho chiesto scusa…. Ma penso sempre che sia ridicolo…” continua a sembrare divertito.
Mi parte l’embolo a cannone.
“Ok… Sai invece cosa penso io? Penso che qualcuno potrebbe trovare ridicolo il fatto che tu, a 8 anni, ti ostini a voler dormire coi tuoi genitori… O forse che, a 8 anni, non sai ancora allacciarti le scarpe… Forse dovrei farlo presente ai tuoi compagni e vedere dove le cose vanno a finire.
FORSE IN UN BAGNO A PIANGERE DA SOLO!”
Lacrime inconsolabili.
Io delusissimo e imbarazzato dal suo comportamento.
“Papà… mi dispiace…”
“Lo so. Ti credo.”
“Non lo faccio più.”
“Non basta.”
“Che vuol dire?”
“Che non basta ‘non farlo più’… Devi opporti a certi comportamenti, perché un giorno in quel bagno a piangere potresti finirci tu e credimi, avrai bisogno di non sentirti solo contro tutti.”
“Ma io ho tanti amici…”
“Lo so… E sono sicuro che anche XYZ pensava la stessa cosa prima di oggi…”
“…”
Lacrime a dirotto.
Lezione imparata.
Spero.
Eccheccazzo!
Non abbiate paura di cascar loro addosso come una tonnellata di mattoni.
Il bullismo non è determinato dalla discutibile gravità o malizia delle azioni (hanno 8 anni, non sono sociopatici), ma dalla reazione delle vittime, e si combatte a casa, non a scuola.
A scuola si mandano bambini educati e rispettosi.