ALESSIA PIFFERI, LA NOTIZIA DAL CARCERE POCO FA 

Nel nostro Paese ci sono dei casi che fanno davvero scalpore. Si tratta di eventi che nessuno si aspetterebbe mai, ma che purtroppo accadono da un momento all’altro. Eventi che a volte è difficile da mandare giù.

Nessuno si aspetterebbe mai che qualcosa di molto grosso e grave avvenga proprio nel territorio in cui solitamente vive. Specie se un fatto grave avviene in un paesino le persone vanno in ansia e corrono subito ad informarsi su che cosa si accaduto e chi siano anche le persone che sono state coinvolte.

Tra tutti i casi di cronaca che in questo periodo hanno interessato il nostro Paese c’è sicuramente quello della piccola Diana Pifferi, la bambina di 18 mesi che venne lasciata da sola in casa dalla madre Alessia Pifferi. Come si ricorderà, era il 2022, e la piccola Diana rimase da sola a casa per una settimana.

Con lei non c’era nessuno che le prestava assistenza. La bambina secondo quanto appreso dalle indagini svolte dagli investigatori sarebbe deceduta di stenti. Non essendoci nessuno a darle da bere e da mangiare per la piccola Diana non vi è stato nulla da fare ed è deceduta nel giro di pochissimi giorni.

Gli investigatori non hanno avuto nessun dubbio dal principio della vicenda indiziando come responsabile dei fatti la madre della piccola, appunto Alessia Pifferi. La donna in questi giorni è stata condannata alla massima previste dal nostro ordinamento penale italiano.

Alessia Pifferi è stata condannata alla pena dell’ergastolo il 13 maggio scorso. I magistrati ritengono che la donna sia responsabile direttamente del decesso della figlioletta ma non hanno contestato invece la premeditazione. La donna ha avuto ben due malori dopo la lettura della sentenza.

Per questo è stata soccorsa dal personale presente nel penitenziario. La donna oltre alla condanna dovrà anche pagare una provvisionale  in denaro di cinquantamila euro e ventimila euro per la mamma e la sorella. Le sue condizioni all’interno del penitenziario però adesso cominciano a preoccupare.

“Non ho più voglia di vivere” – così avrebbe detto Alessia Pifferi prima che in queste ore cominciasse lo sciopero della fame. Alessia vorrebbe quindi perdere la vita. Nonostante tutto gli psicologi della casa circondariale le stanno accanto.

La difesa della donna ha anche sostenuto che la donna soffre di una sorta di deficit cognitivo e a supporto di ciò ci sarebbero dei test svolti dai consulenti selezionati dall’avvocata Alessia Pontenani e quelli somministrati dalle psicologhe del penitenziario San Vittore.

Queste ultime a loro volta sono indagate in un altro procedimento penale con le accuse di falso e favoreggiamento. Per Elvezio Pirfo pshicatra forense che ha svolto una perizia non di parte la Pifferi al momento dei fatti era assolutamente capace di intendere e volere.

Durante il processo di secondo grado si potrà impugnare e discutere tale perizia. Nel frattempo da 24 ore la Pifferi ha cominciato lo sciopero della fame e viene costantemente monitorata dai medici e dal personale della casa circondariale.