“Getta acqua bollente sul marito”. Uomo ucciso nel suo letto, la moglie condannata all’ergastolo. Cosa aveva scoperto
Corinna Smith ha ucciso il marito con dell’acqua bollente. La donna, 59 anni, ha infatti aspettato che l’uomo dormisse per poi gettargli addosso una grossa quantità di acqua zuccherata bollente. Michael Baines, 80 anni, è morto poco dopo per le ferite riportate: il 36% del suo corpo infatti era pieno di ustioni molto gravi. La donna però non è stata condannata dall’opinione pubblica perché dietro quel terribile gesto ce n’è uno ancora più terribile.
Sembra che suo marito infatti, in passato avesse abusato dei due figli, una maschio e una femmina. A confermare la vicenda è la figlia di Corinna che ha detto alla madre cosa era successo tanti anni prima. Ed è proprio per questo che la Smith ha deciso di vendicarsi in un modo così doloroso. Dopo il gesto la moglie è uscita di casa e ha detto a un vicino: “Penso di averlo ucciso”. Siamo in Gran Bretagna e qui i giudici dovranno capire cosa fare con la donna che senza dubbio è colpevole del terribile gesto.
Corinna Smith ha ucciso il marito con dell’acqua bollente
Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe aggiunto lo zucchero per rendere il liquido “più viscoso, più denso e più appiccicoso in modo che rimanga sulla pelle e causi maggiori danni, che è esattamente quello che ha fatto”. Naturalmente Corinna Smith è stata condannata all’ergastolo con un minimo di 12 anni presso la Chester Crown Court. Una vicenda che viene a galla soltanto adesso ma che risale a luglio 2020.
Secondo gli atti del processo, la figlia di Smith l’ha informata il 13 luglio di accuse “devastanti” secondo cui suo marito aveva commesso abusi sessuali sui bambini “per molti anni”. Tra le altre cose, una denuncia di abusi sessuali su minori contro Corinna Smith e l’unico figlio di Michael Baines, Craig Baines, che si suicidò tragicamente all’età di 25 anni nel 2007.
La figlia, il giorno prima della morte di Craig, le aveva detto: ‘Mamma, è un pedofilo’. La condanna a 12 anni è sulla base del fatto che la tua intenzione era quella di causare gravi danni piuttosto che uccidere: come ha affermato il giudice Yip. Di certo però un gesto condannabile.