Gino Cecchettin: “Volevo vendicarmi, passo davanti alla camera di Giulia e soffro tantissimo”
Gino Cecchettin porta il peso di una perdita incommensurabile, quello della morte della figlia Giulia. Durante l’evento a Palazzo Reale organizzato da “Repubblica delle Idee”, Cecchettin ha condiviso il suo processo di lutto e la sua scelta di canalizzare il dolore in memoria positiva della figlia, piuttosto che lasciarsi consumare dalla vendetta. Nel suo dialogo con Viola Giannoli, Cecchettin ha parlato del suo libro, descritto non come un semplice volume, ma come un memoriale dedicato alla figlia.
Ha scelto di non menzionare l’assassino di Giulia nel testo, focalizzandosi invece sui ricordi positivi: «Dopo il fatto avevo voglia di vendetta, ma poi mi sono concentrato su di lei che era amore ed è scomparso tutto il resto. Quando sentimenti di rabbia e vendetta iniziano a palesarsi mi concentro su di lei e ogni sentimento di odio svanisce. Per questo non ho voluto nominare Filippo. Nel libro (Cara Giulia, ndr) volevo lasciare solo il bello. E non faccio “il firma copia”, scusatemi, perché per me è un memoriale”.
Ogni giorno, Cecchettin passa davanti alla camera di Giulia, un momento di intensa sofferenza che si trasforma in forza: «Mi sveglio tutte le mattine e passo davanti alla camera di Giulia. Soffro tantissimo, ma poi divento più forte e quando esco da quella stanza sono in grado di salire su un palco come questo e sono in grado di parlare, di contattare le Università per la Fondazione e sono in grado anche di andare a mangiare una pizza e di essere felice».