Gino Cecchettin e quella mano tesa a Nicola Turetta, che del figlio dice: “Deve pagare per quello che ha fatto”

 

La famiglia Cecchettin sta spezzando l’incantesimoGino Cecchettin non vuole alimentare quella spirale di rabbia, rancore, odio, dolore che si crea quando una donna viene uccisa da un uomo che non la vuole libera e che porta alla ricerca di giustizia e di vendetta, ma provoca anche una diffusione di sentimenti negativi che finiscono per riflettersi dolorosamente sulla lotta al patriarcato. Lo ha detto lui stesso poche ore fa: “Non provo nulla, penso solo alla mia Giulia”. In quel “nulla” lui cerca in tutti i modi di creare, non distruggere: senza più Giulia non c’è nulla che valga più la pena di essere distrutto, men che meno la famiglia Turetta. E non c’è scudo nelle parole di Turetta, che vuole giustizia più della famiglia di Giulia, chiede perdono ed esige che il figlio faccia i conti, in tutti i sensi, con le sue azioni.

I genitori di Filippo alla fiaccolata: grande empatia dal padre di Giulia

I genitori di Filippo Turetta, con grande coraggio, hanno voluto partecipare alla fiaccolata per la ragazza uccisa dal loro figlio. Si sono messi in fondo al corteo, come a non voler disturbare: si sono presi il rischio degli sguardi storti, delle parole sibilate, dei giudizi, e sono scesi in strada per essere dalla parte di chi andava protetto. Sono sconvolti per quello che ha fatto il figlio che credevano di conoscere, e che ha rivelato un Mr Hyde capace delle crudeltà peggiori. Avrebbero potuto essere cacciati, o quantomeno ignorati: invece Cecchettin ha voluto stabilire un contatto con loro e tendere una mano.

Il loro incontro lo ha raccontato l’avvocato dei Turetta, presente in strada insieme a loro: “Ancora una volta a risaltare è la grande dignità dimostrata in questa vicenda da entrambe le famiglie. Lo scambio di parole tra i due si è svolto nel rispetto reciproco, lo stesso mantenuto nei giorni precedenti e anche dopo il ritrovamento di Giulia”. I due, dopo, si sono anche sentiti per messaggio. Lo ha raccontato a Il Corriere lo zio di Giulia: “Dopo la fiaccolata Nicola ha chiamato Gino per sincerarsi ancora una volta con lui. La conversazione per messaggio ha avuto una durata molto breve, si sono espressi vicinanza, oltre a questa nulla più”. Nicola Turetta, nel caos di questi giorni, cerca di mantenere l’orientamento mentale e ogni suo pensiero sul figlio ne porta uno parallelo su Giulia: “Mentre io vado a riprendermelo” ha affermato Turetta, in riferimento al figlio – Gino sua figlia non la vedrà più. I nostri sono due dolori diversi”.

Se c’è un baratro in cui cadere, e purtroppo c’è, Gino Cecchettin ha fatto capire loro che precipiteranno insieme: padre della vittima e padre dell’assassino, uniti in un dolore che ha due facce ma la medesima intensità da qualunque angolo lo si guardi.