Saman, chiesto l’ergastolo per i genitori. “Sono loro i responsabili della morte della figlia”

 

Il processo per l’omicidio di Saman Abbas si avvicina alla sua conclusione presso la Procura di Reggio Emilia, con richieste di pene severe per i familiari coinvolti nel tragico evento. La Procura ha chiesto due ergastoli per i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (quest’ultima ancora irreperibile), accusati di aver orchestrato l’assassinio della figlia diciottenne a causa del suo rifiuto di accettare un matrimonio combinato. Trent’anni di reclusione sono stati richiesti per lo zio Danish Hasnain, che ha contribuito al ritrovamento del corpo, e per i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Jiaz, coinvolti nell’esecuzione del delitto.

Il caso ha riacceso il dibattito sulle questioni di onore e tradizione all’interno delle comunità immigrate, evidenziando la drammatica realtà di chi si trova a dover conciliare le proprie aspirazioni individuali con le aspettative culturali e familiari. Saman Abbas è diventata il simbolo di una lotta per l’autodeterminazione e la libertà personale, una lotta che si è conclusa tragicamente nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021, quando la sua stessa famiglia ha deciso di porre fine alla sua vita.

I motivi della richiesta

L’accusa ha delineato un quadro cruento di premeditazione e complicità, con il padre accusato di aver organizzato l’omicidio e la madre di aver partecipato attivamente, accompagnando Saman verso il luogo dell’assassinio. Le foto pubblicate da Saman sui social media, che ritraevano momenti di felicità e libertà, come un bacio con un ragazzo a Bologna, sono state viste come la causa scatenante della decisione fatale della famiglia.

Sebbene uno degli zii abbia ricevuto un’attenuante per aver aiutato a trovare il corpo, ciò non ha attenuato la gravità delle accuse rivolte contro di lui e i cugini della vittima, ritenuti complici sia nell’esecuzione sia nell’occultamento del cadavere. Questo caso sottolinea la necessità di proteggere le vittime di violenza basata sull’onore e di contrastare le tradizioni culturali che violano i diritti umani fondamentali.