Si conoscono e vanno a letto, ma 3 giorni dopo lei riceve una lettera: scopre che lui…
Quanto costa un tradimento? Caro. Anzi: carissimo. Lo sa bene Paola C. che, dopo aver tradito il marito si è vista revocare “per ingratitudine” le donazioni elargite – in tempi non sospetti – dal coniuge.
Il motivo? L’adulterio si è consumato con un parente stretto del consorte e, per giunta, all’interno dell’ azienda di famiglia.
La storia è questa: la donna, dopo alcuni anni di matrimonio, tradisce il marito con un parente. Nulla per cui verrebbe da gridare allo scandalo (o quasi). Se non fosse che la liaison si consuma all’interno dell’azienda di famiglia.
La storia, “intessuta con modalità tali da essere mantenuta segreta”, va avanti per qualche tempo, finchè non viene a galla. A quel punto, moglie e marito si separano. Ma non è tutto. Alla donna tramite lettera vengono revocate le donazioni (immobili e danaro) del consorte “per ingratudine”. (continua) ↓
Lo stabilisce una sentenza della Corte d’Appello di Firenze risalente al 2019. Per i magistrati fiorenti la gravità della faccenda stava nel fatto “che la relazione extraconiugale era stata intrattenuta con un parente.
Lei incassa il colpo ma non getta la spugna e fa ricorso. Ma anche per gli ermellini il tradimento è ritenuto “grave” e offensivo nei confronti dell’ ormai ex consorte. Ripercorrendo le motivazioni del giudizio in Appello, nei giorni scorsi, i giudici della Cassazione hanno confermato la revoca dei beni alla moglie adultera.
In buona sostanza, il marito sarebbe stato tradito con modalità tali e in un contesto che hanno evidenziato nel coniuge infedele “un atteggiamento di noncuranza e di assenza di rispetto nei confronti della dignità del marito”. Morale della storia alla moglie fedifraga non è rimasto nulla: né soldi né proprietà.