Una “taglia” su chi le denuncia. L’ultimo schiaffo delle borseggiatrici di Milano
La situazione delle borseggiatrici di Milano, se mai fosse possibile, si fa più grave ogni giorno che passa. Mentre la sinistra buonista di Palazzo Marino rivendica il diritto alla privacy delle malviventi, le stesse hanno imparato ad agire con una vera e propria scorta, pronta a picchiare chiunque provi a dissuaderle dal compiere i loro reati. Le “sentinelle” di Milano bella da Dio, il profilo social che da anni denuncia il clima di impunità in città, ne sono già state vittime ma ora emergono nuovi dettagli che, se possibile, sono ancora più inquietanti. La stessa pagina, infatti, ha mostrato quelle sembrerebbero essere prove dell’esistenza di una taglia in denaro per chiunque “neutralizzi” Matthia Pezzoni, tra i più attivi nell’attività di segnalazione, e gli altri volontari.
Quella che viene pubblicata è una presunta chat tra due dei vertici dell’organizzazione criminale, forse più d’una, che opera nel settore del borseggio a Milano. Si parla di un “gioco a premi” in cui viene offerta una ricompensa di 500 euro per l’aggressione di Pezzoni e 250 euro per tutti gli altri componenti. “Questa volta non sarà come l’altra”, scrivono nella chat. Il riferimento è allo scorso aprile, quando lo stesso Pezzoni venne aggredito e malmenato da una squadra di picchiatori, trai quali anche un nordafricano. È la “scorta” delle borseggiatrici, spesso armata anche di temperini, che terrorizza soprattutto la metropolitana di Milano. Chiunque provi a opporsi al furto rischia la colluttazione. “La maggior parte delle borseggiatrici sono sfruttate fin da quando sono piccole e vengono educate a rubare già durante l’infanzia. Devono pagare un pizzo ai loro sfruttatori, che a loro volta rispondono a capi ancora più un alto“, spiegano gli amministratori del movimento Milano bella da Dio.
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La paura è sempre di più, le “sentinelle” si sentono abbandonate. “Dove cresce l’impunità, le organizzazioni criminali si fortificano, tentando di schiacciare chi cerca di fermarle“, proseguono nella loro denuncia social, nella quale citano anche il consigliere Monica Romano, che a marzo, appunto, metteva sul banco degli imputati chi riprendeva e segnalata le borseggiatrici e temeva una tragedia. Ebbene, ribattono oggi i volontari di Milano, “con le rivelazioni delle taglie sulle teste di chi svolge volontariato in metro per sventare i borseggi, la tragedia viene servita su un piatto d’argento. Questa per le istituzioni può essere davvero l’ultima occasione per intervenire sulla piaga dei borseggi, prima che sia troppo tardi“, concludono sul loro profilo social le “sentinelle” della metropolitana.