AL VIA BONUS ANZIANITÀ: CHI È VICINO ALLA PENSIONE PUÒ LAVORARE LA METÀ SENZA PERDERE SOLDI SULLO STIPENDIO

 

Al via Bonus anzianità: chi è vicino alla pensione può lavorare la metà senza perdere soldi sullo stipendio

Resta operativa, sino alla fine dell’anno, l’opzione part time per i lavoratori prossimi alla pensione, che consente ai dipendenti che scelgono l’uscita dal lavoro “a metà” di ottenere un bonus esentasse sullo stipendio e ulteriori vantaggi contributivi. In pratica, chi richiede l’opzione part time può usufruire, negli anni che precedono la pensione, dell’orario a tempo parziale, continuando però a percepire i contributi calcolati sullo stipendio full time e ricevendo, in più, un incentivo esentasse in busta paga pari alla contribuzione persa. Se, ad esempio, il dipendente perde mille euro di stipendio, richiedendo il part time, riceve 330 euro “puliti” in busta paga, cioè 330 euro di bonus esente da tassazione e da contribuzione; inoltre, ai fini della pensione non perde nulla, in quanto l’Inps accredita i contributi sul 100% della retribuzione. La possibilità di richiedere l’opzione part time è ancora attiva, sino al mese di dicembre del corrente anno: si tratta senza dubbio di un buon vantaggio non solo per il dipendente, che può uscire gradualmente dal lavoro, prima del tempo, senza veder diminuito drasticamente il suo potere d’acquisto e senza subire conseguenze negative sulla pensione, ma anche per l’azienda, che ottiene un significativo risparmio sui costi del personale. Ma procediamo per ordine e facciamo il punto della situazione sul bonus part time pensione: come funziona, chi può richiederlo, quali sono i requisiti previsti.

Come funziona l’opzione part time?
L’opzione part time consente l’uscita anticipata dal lavoro a metà, cioè usufruendo di un orario a tempo parziale, ma continuando ad aver diritto all’accredito dei contributi sul 100% dello stipendio. Inoltre, si ha diritto a ricevere in busta paga un bonus esentasse ed esente da contributi, pari alla contribuzione persa.

Chi può richiedere l’opzione part time?
Possono beneficiare dell’opzione part time i seguenti lavoratori:

lavoratori dipendenti del settore privato, iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dell’Inps oppure alle forme sostitutive della medesima;
assunti con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato;
che maturano, entro il 31 dicembre 2018, il diritto alla pensione di vecchiaia;
che hanno già raggiunto i requisiti di contribuzione minima per la pensione di vecchiaia (pari a 20 anni per la generalità dei lavoratori, 15 anni per i destinatari della Deroga Amato).
A quanto ammonta la riduzione dell’orario di lavoro?
La riduzione dell’orario di lavoro, per l’uscita anticipata a metà con l’opzione part time, può essere operata in misura pari da un minimo del 40% ad un massimo del 60% dell’orario ordinario, per un periodo non superiore all’arco di tempo tra la data di concessione del beneficio e la data del pensionamento. In buona sostanza, se l’orario ordinario è pari a 40 ore settimanali, l’orario minimo può ammontare a 16 ore alla settimana, e l’orario massimo a 24 ore.

Quali sono i vantaggi dell’opzione part time?
A fronte della riduzione dell’orario di lavoro esposta, il lavoratore ha diritto al riconoscimento dei contributi figurativi calcolati sulle ore mancanti rispetto al tempo pieno. Inoltre, ha diritto a ricevere, da parte del datore di lavoro, una somma, non soggetta a tasse e contributi, corrispondente alla contribuzione ai soli fini pensionistici, relativa alla prestazione lavorativa non effettuata. Dato che i contributi, per la generalità dei lavoratori dipendenti, ammontano al 33% dello stipendio lordo, se il lavoratore rinuncia, ad esempio, a 500 euro di stipendio mensile, ha diritto a un bonus in busta paga pari a 165 euro esentasse ed esenti da contribuzione. Se lo stipendio diminuisce, a causa del part time, di mille euro, il bonus ammonta a 330 euro.

Come si chiede il bonus part time?
Per beneficiare dell’opzione e del bonus part time, il lavoratore deve stipulare un apposito accordo col datore di lavoro. Questo accordo deve poi essere comunicato, da parte dell’azienda, sia all’Inps che alla all’ispettorato territoriale del lavoro.

Nel dettaglio, per accedere all’agevolazione, il lavoratore interessato deve, innanzitutto, richiedere all’Inps una certificazione che attesti la sussistenza dei requisiti contributivi e di età (estratto conto certificativo).

Ovviamente, il dipendente deve poi accordarsi col datore di lavoro in merito alla riduzione dell’orario: raggiunto l’accordo, lavoratore e azienda devono stipulare un regolare contratto di lavoro part time, secondo quanto previsto dal nuovo Testo Unico sui contratti [2]: gli effetti del nuovo contratto restano, però, sospesi sino alla data di accoglimento della domanda da parte dell’Inps, e decorrono dal primo giorno del periodo di paga mensile successivo alla data di accoglimento.

In seguito, il contratto deve essere sottoposto all’ispettorato territoriale del lavoro, competente per l’autorizzazione, che deve essere rilasciata entro 5 giorni dalla presentazione della domanda.

A questo punto, l’azienda deve inviare la domanda telematica all’Inps, che provvede ai controlli di congruità rispetto alla copertura finanziaria prevista, e che può eventualmente prenotare le risorse necessarie: l’accoglimento dell’istanza da parte dell’istituto completa la procedura e dà il via libera alla fruizione delle agevolazioni.

Opzione Part Time per i contratti di solidarietà
L’Opzione part time, nel nostro ordinamento, non è comunque una novità assoluta: il decreto di riordino degli ammortizzatori sociali [1], infatti, prevede la stessa possibilità per i lavoratori nella cui azienda siano in corso contratti di solidarietà espansiva. In questo caso, possono anticipare la pensione:

i lavoratori ai quali manchino 2 anni per raggiungere l’età prevista per la pensione di vecchiaia;
purché possiedano già i requisiti minimi di contribuzione;
qualora accettino di svolgere la prestazione lavorativa per un orario pari alla metà (50%) di quello previsto prima dell’intervento della riduzione oraria dovuta al contratto di solidarietà.