“Non è possibile”. Bufera su Annamaria Franzoni, succede a 20 anni dall’omicidio del figlio Samuele
Annamaria Franzoni torna a Cogne. La donna condannata per aver ucciso il figlio Samuele Lorenzi, che al momento dell’infanticidio aveva appena tre anni, è tornata nella casa del delitto. Una storia tristemente conosciuta dalla cronaca italiana. Un caso che ha avuto grande rilevanza mediatica dopo il delitto anche grazie ai media che coinvolsero fortemente l’opinione pubblica.
Alle ore 8:28 del 30 gennaio 2002 il centralino della Valle d’Aosta del 118 riceve una telefonata dalla frazione Montroz di Cogne da Annamaria Franzoni, che chiedeva l’intervento di soccorsi sanitari dicendo di aver appena trovato il figlio Samuele, di tre anni, che “vomitava sangue” nel proprio letto. Le ipotesi iniziali (aneurisma, convulsioni, traumi da caduta e rianimazione troppo violenta) vennero smentite, in prima fase dai soccorritori e successivamente dai risultati dell’autopsia. I soccorritori avvisarono i carabinieri, che effettuarono i primi sopralluoghi e Samuele fu dichiarato morto alle ore 9:55.
Annamaria Franzoni torna a Cogne, le foto di Giallo
L’autopsia stabilì come causa del decesso almeno diciassette colpi sferrati con un corpo contundente molto probabilmente di rame. Il 19 luglio 2004 Annamaria Franzoni venne condannata in primo grado con rito abbreviato dal giudice dell’udienza preliminare Eugenio Gramola, a 30 anni di reclusione. Il 27 aprile 2007 la Corte d’Assise d’appello di Torino condannò l’imputata a 16 anni di reclusione. La riduzione della pena, rispetto alla sentenza di primo grado, fu dovuta alla concessione delle attenuanti generiche. Il 21 maggio 2008 la Cassazione confermò la sentenza d’appello. La sera stessa la Franzoni fu arrestata dai carabinieri a Ripoli Santa Cristina e condotta in carcere.
Ha scontato 6 anni di reclusione in carcere e 5 agli arresti domiciliari ed ha estinto la pena il 7 febbraio del 2019. Annamaria Franzoni è tornata a Cogne e il settimanale Giallo ha immortalato la donna in quello che è stato il teatro dell’omicidio del figlio Samuele. “La donna, condannata per l’omicidio del figlioletto Samuele, avvenuto proprio lì, tra quelle mura, il 30 gennaio del 2002, sembra sorridente e tranquilla. Come se non ricordasse più quel terribile giorno. La casa è perfetta: ci sono i fiori alle finestre e il giardino è ben curato”, scrive Giallo pubblicando le foto della donna.
Annamaria Franzoni torna a Cogne e il settimanale si pone diverse domande: “Ma come può la Franzoni trascorrere giorni sereni nel luogo in cui il suo secondogenito fu massacrato con un oggetto mai ritrovato? Come può rientrare nelle stanze che vent’anni fa vennero ricoperte dagli schizzi di sangue del piccolo Samuele, in quella che venne definita la ‘casa dell’orrore’? Secondo gli psicologi – si legge ancora su Giallo – può essere un processo di rimozione del fatto ancora in atto, come lo fu subito dopo il delitto, quando al medico del 118 disse: ‘A mio figlio è scoppiata la testa’”.